venerdì 31 marzo 2023

#InItalia - Museo Archeologico Nazionale di Muro Lucano

 Museo Archeologico Nazionale di Muro Lucano

Il Museo Archeologico Nazionale di Muro Lucano nasce nel 2003, all’interno del prestigioso edificio cinquecentesco del Seminario Vescovile che costituisce, con la Cattedrale, l'Episcopio e la Curia un unico complesso monumentale che si sviluppa con l'adiacente Castello, sulla sommità dell'abitato di Muro Lucano che si configura come vera e propria acropoli. Istituito nel 1565 ad opera del Vescovo Filezio de Cittadinis, il Seminario di Muro Lucano è il più antico della regione. L'edificio, interessato da varie e successive costruzioni, è costituito da vari corpi di fabbrica collocati lungo il bordo orientale della rupe che digrada verso il borgo medioevale del Pianello.

Nel complesso, organizzato in ampie sale (ex dormitori), é stata edificata nel 1688 la Cappella di San Gregorio per volontà della principessa Tolfa Frangipane, madre di Papa Benedetto XIII. La cappella conserva sulla parete di fondo le originarie decorazioni in stucco e un corridoio aereo archivoltato, costruito nel 1841 dal Vescovo Antonio Gigli, collega il Seminario al Palazzo Episcopale, passando sulla sottostante via pubblica. Nel corso del 1900 il complesso è stato adibito a diverse destinazioni. L’edificio del Seminario Vescovile è stato dato in comodato d’uso alla DRM della Basilicata dalla Curia Arcivescovile di Potenza, Marsico Nuovo e Muro Lucano e grazie alla sinergia prodottasi tra strutture periferiche del MIC, Regione Basilicata e Curia Arcivescovile è stato possibile realizzare questo progetto di Museo, fondamentale per lo sviluppo culturale e il rilancio economico delle aree interne della Basilicata settentrionale.

Il percorso

Il percorso si snoda all’interno dei tre piani dell’edificio, secondo un criterio cronologico e topografico su una superficie complessiva di 980 mq. e comprende cinque sezioni.

  • La prima sezione è dedicata al Mestiere dell’Archeologo, allo scavo stratigrafico, alla decifrazione delle storie che la terra racconta a chi cerchi di interpretare il suo linguaggio. È stato ricostruito uno scavo stratigrafico, con gli strumenti dell’archeologo, mettendo in evidenza l’importanza delle relazioni tra i diversi strati del terreno, considerando i reperti contenuti in essi. Una sezione stratigrafica riporta i livelli archeologici diversi pertinenti alle epoche più significative della storia della regione.
  • La seconda sezione, intitolata "Dalla Terra alle Genti: I Peuketiantes", illustra i risultati degli scavi archeologici condotti negli ultimi due decenni nell’importante comparto territoriale del Marmo-Platano e, in particolare, nell’antico centro di Baragiano, che ricopriva un ruolo primario nell’organizzazione insediativa in età arcaica con la ricostruzione di un settore della necropoli in località Le Destre.
  • La terza sezione, intitolata "Un popolo guerriero: i Lucani" si sviluppa al secondo piano ed è relativa alla definizione dell’ethnos dei Lucani nel corso del IV secolo a.C. su un territorio abitato in precedenza da genti cosiddette nord-lucane, probabilmente identificabili con i Peuketiantes di Ecateo di Mileto. In particolare, sono stati analizzati gli abitati fortificati di Baragiano e di Raia San Basilio di Muro Lucano, con l’esposizione dell’epigrafe del meddix Mais Arrios, le necropoli lucane di Vietri di Potenza e di Savoia di Lucania e il santuario della Mefite di Fontana Bona di Ruoti.
  • La quarta sezione è relativa alla romanizzazione del territorio e il titolo, ispirato a un noto passo del geografo di età augustea Strabone, è "... E ora i Lucani sono Romani". Le élites locali imitano modelli di comportamenti politici, sociali e culturali presenti nella città di Roma, qui esemplificati dai monumenti funerari ricostruiti, come quello di Rufus proveniente da contrada Caselle, nel territorio di Muro Lucano (I secolo a.C.) o dal monumento funebre rinvenuto a Vietri di Potenza. Altre epigrafi sono relative a stele e ad are realizzate quali piccoli monumenti funebri per personaggi residenti in villae o vici (agglomerati rurali) dell’area, da Bella, da Balvano, da Vietri di Potenza e da Pescopagano databili fra il I secolo a.C. e il II secolo d.C.

La quinta sezione "Momenti di vita in una villa romana imperiale" è relativa alle trasformazioni del territorio nella media e tarda età imperiale. Un’esemplificazione è la villa-palazzo di San Giovanni di Ruoti, di cui sono stati ricostruiti due ambienti con mosaico, una finestra bifora dell’alzato del secondo piano della grande sala absidata (praetorium). Sono esposti anche reperti provenienti dalle ville dell’alta valle del Bradano, quali quelle di San Pietro di Tolve, San Gilio e Masseria Ciccotti di Oppido Lucano che si sviluppano lungo una delle più importanti strade della regione, il tratturo che collegava la Lucania all’Apulia. Quest’ultima villa ha restituito un importante mosaico figurato con le Stagioni e Aion (il Tempo Assoluto).

Agrigento - Capitale italiana della cultura 2025

Agrigento sarà la Capitale della cultura per l'anno 2025. Il sé, l’altro e la natura. Relazioni e trasformazioni culturali è il titolo del dossier presentato. Lo ha annunciato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano nel corso della proclamazione nella Sala Spadolini del ministero. La decisione è stata presa da una commissione presieduta da Davide Maria Desario e composta da 7 esperti nella gestione di beni culturali, delle arti, della valorizzazione territoriale. La giuria viene costituita ogni anno per ogni selezione al fine di evitare conflitti di interesse

La Giuria per la selezione della “Capitale italiana della cultura” 2025 ha individuato i 10 progetti finalisti, presentati dalle seguenti città:

  • Agrigento, 
  • Aosta, 
  • Assisi (Perugia), 
  • Asti, 
  • Bagnoregio (Viterbo), 
  • Monte Sant’Angelo (Foggia), 
  • Orvieto (Terni), 
  • Pescina (L’Aquila), 
  • Roccasecca (Frosinone) 
  • Spoleto (Perugia). 

Le singole proposte saranno illustrate alla Giuria nel corso di audizioni pubbliche, così come previsto dal bando, che si svolgeranno in presenza nei giorni 20 e 21 marzo 2023, a Roma, nella sede centrale del Ministero della Cultura. Roma, 25 gennaio 2023 - comunicato n.18


giovedì 2 marzo 2023

“Il filo immaginario” - La compagnia Gommalacca Teatro lancia una call per l’individuazione di tre residenze artistiche per l’anno 2023

Nell’ambito del progetto “Il filo immaginario”, vincitore del bando “Artisti nei territori” sostenuto dal Ministero della Cultura – Direzione Generale Spettacolo e dalla Regione Basilicata, attraverso l’Accordo di Programma Interregionale triennale 2022-2024, la compagnia Gommalacca Teatro lancia una call per l’individuazione di tre residenze artistiche per l’anno 2023, finalizzate alla promozione e al sostegno dei nuovi linguaggi della scena creativa, performativa e interdisciplinare.

Il bando è rivolto a gruppi informali, compagnie, artisti e artiste che operino con finalità professionali sul territorio nazionale e internazionale e che stiano avviando, sviluppando o portando a compimento un nuovo progetto di ricerca artistica, a cui viene offerta una residenza creativa della durata di quindici giorni, da svolgere presso l’Auditorium del Centro Sociale Malvaccaro di Potenza, e un contributo a sostegno del progetto in residenza, oltre al supporto professionale e tecnico.

Sono ammissibili progetti di creazione artistica intesa come: produzione di spettacoli e performance di teatro contemporaneo, teatro per l’infanzia e la gioventù, performance site-specific, teatro danza, performance nello spazio pubblico, creazione multimediale/digitale, pratiche artistiche per la creazione e il potenziamento delle comunità, installazioni visive, installazioni sonore, teatro/arte partecipata, danza e altri linguaggi innovativi.

I progetti artistici presentati saranno valutati sulla base di criteri di qualità, di capacità di coinvolgimento della comunità, delle esperienze artistiche pregresse del soggetto presentante, di costruzione del progetto candidato in rete con altre residenze artistiche. Un’attenzione particolare sarà posta alle realtà artistiche presenti sul territorio della Regione Basilicata; ad artisti e artiste agli inizi del loro percorso; ai progetti artistici che si misurano con metodi di dialogo culturale, pratiche di cittadinanza attiva e co-creazione.

Le tre residenze saranno svolte in tre periodi differenti nel corso del 2023, tra giugno e dicembre. Durante ogni periodo di residenza verranno realizzati tre incontri che coinvolgeranno la comunità: un incontro all’inizio, uno intermedio e uno in conclusione della residenza. I progetti saranno selezionati in formula mista dalla Direzione Artistica di Gommalacca Teatro e da un Gruppo di Spettatori Attivi, allievi dei laboratori di ricerca scenica della compagnia Gommalacca Teatro e cittadini che abbiano preso parte al processo di sensibilizzazione e formazione che si svolgerà durante l’apertura del bando. Al termine della selezione dei progetti candidati verrà stilata una graduatoria finale corrispondente ai punteggi ottenuti dai progetti presentati. Gli esiti della selezione saranno comunicati, entro la prima decade di maggio 2023, a tutti i partecipanti tramite e-mail e successivamente la graduatoria sarà pubblicata sul sito web www.gommalaccateatro.it, da dove a partire dal 1° marzo 2023 è possibile scaricare il bando.

Per partecipare al bando “Il filo immaginario” è necessario compilare

entro le ore 23:59 del 31 marzo 2023, il form di candidatura attivabile al link: https://forms.gle/F33oUUTqJa7NyxZK6

Per maggiori informazioni è attivo l’indirizzo e-mail residenze@gommalaccateatro.it.

Il Ministero della Cultura compie 50 anni

Grazie alla pervicace volontà di Giovanni Spadolini, cinquant'anni fa, il #14dicembre 1974, nasceva l’allora Ministero per i beni cultu...