domenica 5 aprile 2020

#RipercorrendoInsieme: L'eternità e un giorno - Theo Angelopoulos

L'eternità e un giorno (Mia aiōniotīta kai mia mera) è un film del 1998 diretto da Theo Angelopoulos. Pellicola dal carattere allegorico, è interpretata fra gli altri da Bruno Ganz, Isabelle Renauld e Fabrizio Bentivoglio.
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È stato presentato in concorso al 51º Festival di Cannes, dove ha vinto all'unanimità la Palma d'oro.
Alexandros, un poeta ed intellettuale greco in età avanzata, è pronto a lasciare la casa sul mare di Salonicco dove ha sempre vissuto, per affrontare un ricovero, forse addirittura definitivo, in ospedale.
Ritrovata per caso una lettera della moglie Anna in cui descrive un giorno d'estate di trent'anni prima, Alexandros comprende di essere giunto a un punto di svolta della propria vita e, complice l'incontro con un bambino albanese immigrato clandestinamente, comincia un viaggio senza meta, unicamente per raccogliere - e far quadrare - sentimenti e suggestioni del passato con la malinconia del tempo presente.
Riconoscimenti 
Premio della giuria ecumenica

sabato 4 aprile 2020

#RipercorrendoInsieme: Come prima, meglio di prima - Luigi Pirandello


Come prima, meglio di prima fu composta nel 1919, forse nel mese di ottobre, da Luigi Pirandello che si ispirò alle sue novelle Veglia, della raccolta In silenzio, e Vexilla regis..., della raccolta Il viaggio.
La commedia fu rappresentata per la prima volta al Teatro Goldoni di Venezia il 24 marzo 1920 dalla compagnia Ferrero-Celli-Paoli e pubblicata dall'Editore Bemporad nel 1921.
Fulvia Gelli ha condotto una vita all'insegna del libertinaggio sino al punto che ha provato ribrezzo per la sua stessa esistenza e ha tentato di uccidersi. Sarà proprio il marito Silvio a salvarla; abbandonato con la figlia per molti anni da lei, diventato nel frattempo un celebre chirurgo, riesce a mantenerla in vita. Durante la convalescenza i due tornano insieme e Fulvia rimane incinta del marito.
In una piccola pensione della Toscana, Silvio incontra l'ultimo amante della moglie, Marco Mauri. Gli ospiti della pensione, come spettatori del dramma, non possono non giudicare riprovevole il comportamento di Fulvia che si mostra sprezzante del marito, che pure l'ha salvata e l'ha ripresa con sé. Invece di mostrare riconoscenza ed amore essa lo disprezza apertamente pur aspettando un figlio da lui.
Ma non per questo Fulvia vuole andare a vivere con il Mauri che, lasciata la sua famiglia, vuole disperatamente tornare a vivere con lei. In realtà essa disprezza tutti gli uomini e il motivo lo dice apertamente in un tempestoso colloquio con il marito e l'amante:
«FULVIA:Vi prego, insomma, di non darvi pensiero di me, nessuno dei due. Quante volte devo dirlo? - Stabiliamo così alla buona. - Ho vissuto per anni, caro mio, giorno per giorno. Mi sono mancate le cose più necessarie; e il domani senza certezza non mi spaventa più. Può passarsi, il destino, tutti i suoi capricci, con me. - Sono cosa sua. (S'accosta al marito e lo guarda con uno strano, orribile ammiccamento di donna perduta.) Anche quei tuoi, sai?
SILVIO (smorendo): Che miei?
FULVIA (ridendo, ma con un misto di pianto...) Mah! quelli che ti passasti quand'ero come una bambina, e mi insegnavi cose che mi parevano orribili! [...] Mi sono divenuti familiari[...] Oh, sai famosa [...] Le ho fatte sapere anche a lui sai? Perciò egli spasima così di me!...»
RAI. 1995 
Regia di Luigi Squarzina 
MARINA MALFATTI: Fulvia Gelli (Flora e Francesca) 
SERGIO BASILE: Silvio Gelli, suo marito 
SELVAGGIA QUATTRINI: Livia, loro figlia 
CARLO CARTIER: Marco Mauri 
WANDA BENEDETTI: La zia Ernestina Galiffi

mercoledì 1 aprile 2020

#Ritratti #Storie #Ieri - Raffaello Sanzio

Raffaello Sanzio (Urbino, 28 marzo o 6 aprile 1483Roma, 6 aprile 1520) è stato un pittore e architetto italiano, tra i più celebri del Rinascimento.
Considerato uno dei più grandi artisti d'ogni tempo, la sua opera segnò un tracciato imprescindibile per tutti i pittori successivi e fu di vitale importanza per lo sviluppo del linguaggio artistico dei secoli a venire, dando vita tra l'altro a una scuola che fece arte "alla maniera" sua e che va sotto il nome di manierismo.
Modello fondamentale per tutte le accademie fino alla prima metà dell'Ottocento, la sua influenza è ravvisabile anche in pittori del XX secolo come Salvador Dalí
Raffaello nasce a Urbino «l'anno 1483, in venerdì santo, alle tre di notte, da un tale Giovanni de' Santi, pittore non meno eccellente, ma sì bene uomo di buono ingegno, e atto a indirizzare i figli per quella buona via, che a lui, per mala fortuna sua, non era stata mostrata nella sua bellissima gioventù». La notizia del Vasari comporta che Raffaello sia nato il 28 marzo (venerdì santo). Tuttavia esiste un'altra versione secondo la quale il giorno di nascita del maestro urbinate dovrebbe essere il 6 aprile, e ciò sulla base della lettera di Marcantonio Michiel ad Antonio Marsilio (confermata dal noto epitaffio, un tempo ritenuto opera di Pietro Bembo e oggi invece attribuito al poeta Antonio Tebaldeo) che sottolinea come la data del giorno e dell'ora di morte di Raffaello, apparentemente coincidente con quella di Cristo - ore 3 del 6 aprile, venerdì prima di Pasqua - corrispondano esattamente con la data della sua nascita. Naturalmente, tutto questo ha il sapore della leggenda e se si può ritenere sufficientemente certo il giorno della sua morte, non può essere così per quello della sua nascita
Nella formazione di Raffaello fu determinante il fatto di essere nato e di aver trascorso la giovinezza a Urbino, che in quel periodo era un centro artistico di primaria importanza che irradiava in Italia e in Europa gli ideali del Rinascimento. Qui Raffaello, avendo accesso con il padre alle sale del Palazzo Ducale, ebbe modo di studiare le opere di Piero della Francesca, Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini, Pedro Berruguete, Giusto di Gand, Antonio del Pollaiolo, Melozzo da Forlì e altri. Nella bottega del padre, il giovanissimo Raffaello apprese le nozioni di base delle tecniche artistiche, tra cui probabilmente anche la tecnica dell'affresco: una delle primissime opere a lui attribuite è infatti la Madonna di Casa Santi, delicata pittura murale nella casa familiare. Non è noto attraverso quali vie il giovanissimo urbinate arrivò a far parte della bottega del Perugino: non sembra infatti credibile la notizia del Vasari, secondo la quale Raffaello sia stato allievo del Perugino ancora prima della morte del padre e persino di quella della madre. Probabilmente, più che di un vero e proprio apprendistato a Perugia, il ragazzo ebbe modo di frequentare saltuariamente la bottega di Perugino, intervallando l'attività in quella paterna, almeno fino alla morte del genitore: in quell'anno Raffaello ne ereditò l'attività, assieme ad alcuni collaboratori tra cui soprattutto Evangelista da Pian di Meleto (artista quasi sconosciuto agli studi storico-artistici) e Timoteo Viti da Urbino, già attivo anche a Bologna dove era stato a diretto contatto con Francesco Francia
Resurrezione (1501), Museu de Arte, San Paolo
Raffaello si trovava a Siena, da Pinturicchio, quando gli giunse notizia delle straordinarie novità di Leonardo e Michelangelo impegnati rispettivamente agli affreschi della Battaglia di Anghiari e della Battaglia di Cascina. Desideroso di mettersi subito in viaggio, si fece preparare una lettera di presentazione da Giovanna Feltria, sorella del duca di Urbino e moglie del duca di Senigallia e "prefetto" di Roma. Nella lettera, datata 1º ottobre 1504 e indirizzata al gonfaloniere a vita Pier Soderini, si raccomanda il giovane figlio di Giovanni Santi «il quale avendo buono ingegno nel suo esercizio, ha deliberato stare qualche tempo in Fiorenza per imparare. [...Perciò] lo raccomando alla Signoria Vostra»
Nel 1505-1506 Raffaello dovette trovarsi brevemente a Urbino, dove venne accolto alla corte di Guidobaldo da Montefeltro: la fama raggiunta nella sua città natale è testimoniata da una menzione lusinghiera nel Cortegiano di Baldassarre Castiglione e da un serie di ritratti, tra cui quello di Guidobaldo, di Elisabetta Gonzaga sua consorte e dell'erede designato del ducato Guidobaldo della Rovere.
Madonna del Belvedere
Verso la fine del 1508 per Raffaello arrivò la chiamata a Roma che cambiò la sua vita. In quel periodo infatti papa Giulio II aveva messo in atto una straordinaria opera di rinnovo urbanistico e artistico della città in generale e del Vaticano in particolare, chiamando a sé i migliori artisti sulla piazza, tra cui Michelangelo e Donato Bramante. Fu proprio Bramante, secondo la testimonianza di Vasari, a suggerire al papa il nome del conterraneo Raffaello, ma non è escluso che nella sua chiamata ebbero un ruolo decisivo anche i Della Rovere, parenti del papa, in particolare Francesco Maria, figlio di quella Giovanna Feltria che già aveva raccomandato l'artista a Firenze
Raffaello - Il principe delle arti in 3D è il primo film d’arte mai realizzato su Raffaello Sanzio, prodotto nel 2017 da Sky e Magnitudo Film, in collaborazione con i Musei Vaticani. È stato diretto dal regista Luca Viotto, deceduto poco prima della distribuzione del film, all’inizio del quale compare una dedica. https://it.wikipedia.org/
Madonna del Granduca, Galleria Palatina
Predica di san Paolo, cartone per arazzo






Il Ministero della Cultura compie 50 anni

Grazie alla pervicace volontà di Giovanni Spadolini, cinquant'anni fa, il #14dicembre 1974, nasceva l’allora Ministero per i beni cultu...