domenica 15 novembre 2020

Francesco Guccini: "Ritratti"

Francesco Guccini: "Ritratti"
“Ritratti”, un disco atipico, un disco di Guccini. Nove canzoni, senza perle, ma con momenti di grande fascino.
È da un mese che naviga a vuoto quell'Atlantico amaro
Ma continua a puntare l'ignoto con lo sguardo corsaro
Sarà forse un'assurda battaglia, ma ignorare non puoi
Che l'Assurdo ci sfida per spingerci ad essere fieri di noi
Quante volte ha sfidato il destino aggrappato ad un legno
Senza patria bestemmia in latino, quando il bere è l'impegno
Per fortuna che il vino non manca e trasforma la vigliaccheria
Di una ciurma ribelle e già stanca, in un'isola di compagnia
Lyrics By – Francesco Guccini Music By – Marco Fontana Music By, Lyrics By – Giuseppe Dati
Francesco osserva l’uomo e cerca di carpirne i pensieri e i sentimenti. Guarda il grande esploratore come essere umano non come figura storica
Certo non sai quanto mi commuovi quando dici
parole strane e quasi senza senso a mezza voce,
forse ricordi di attimi felici
persi in un atomo onirico veloce.
Certo non so con cosa o chi sorride quel sorriso;
dicon con gli angeli ma il nostro cielo è quello umano,
un lampo breve che dà luce al viso
accarezzato da questa mia mano.
Questa breve notte lenta si frantuma
ed il nuovo giorno piano sta arrivando,
già sull'est albeggia, non c'è più la luna;
sveglia ti alzi e chiedi: "Cosa stai guardando?"
Forse non sai quando di sonno e di notte sei bagnata
quanto ti ami e quanto siano vuote le parole;
chiedo: "Che sogni ti hanno accompagnata?"
e fuori il giorno esplode al nuovo sole
Bellissimo il testo di “Certo non sai”: “Certo non sai quanto sei dolce e bella quando dormi/ coi tuoi capelli sparsi e abbandonati sul cuscino/ neri e lucenti come degli stormi / in volo al chiaro del mattino” … “Forse non sai quando di sonno e notte sei bagnata / quanto ti ami e quando siano vuote le parole; / chiedo: “Che sogni ti hanno accompagnata?”/ e fuori il giorno esplode al nuovo sole”. La musica, in questo caso, è di Antonio Marangolo (una primizia con Guccini) e accompagna con grazia le parole di questa canzone in bilico tra sogno e veglia.
L'immagine di copertina è tratta dall'opera "L'arciduca Leopoldo Guillermo nella sua galleria di quadri in Bruxelles" di David Teniers del 1647. Olio su tela 104.8 cm * 130.4 cm, Museo National del Prado.
Ritratti, è un disco che parla di persone più o meno famose, di uomini e di donne, di amore e di politica: Ulisse, il Che, Carlo Giuliani, Cristoforo Colombo, la zietta, la moglie, se stesso, ognuna di queste canzoni diventa l'occasione per parlare di storie con il vigore e le urgenze di sempre, il tutto condito da passioni civili, culturali, personali. Guccini è Guccini ed è quasi un dogma, è difficile discuterlo.
Ricordate la fine che fece Bertoncelli...? Lui tira dritto per la sua strada senza pensare al giornalista di turno che lo critica perché suona sempre la stessa canzone, e perché dice cose vecchie di anni e anni, senza fermarsi, e sempre mosso dallo spirito degli anni d'oro.
E boschi e boschi
Cerco attorno a me
Dov'è la terra che non ha barriere?
Dov'è quel vento che ci spingerà
Come le vele o come le bandiere
La tua libertà
Se vuoi
La puoi avere
Ma sono un uomo
uno fra milioni
e come gli altri ho il peso della vita
e la mia strada
lungo le stagioni
può essere breve, ma può essere infinita;
la tua libertà
cercala, che si è smarrita
cercala, che si è smarrita

sabato 7 novembre 2020

La Lauda di Francesco - Angelo Branduardi

Nel presentare un'opera, si sceglie solitamente di raccontare qualcosa sul personaggio protagonista, ma noi non vogliamo.
Non crediamo ci sia nulla da aggiungere sulla carismatica figura di San Francesco, nulla che i nostri cuori non sappiano già.
Possiamo solo sottolineare che quest’opera è semplicemente la storia di un grande uomo e che la scelta artistica è mirata a far vivere un po’ di San Francesco in ognuno di noi.
San Francesco che è prima di tutto un uomo, un uomo straordinario che, con il suo esempio, può far riflettere tutti sulla propria vita.
Francesco che ci fa riflettere su tematiche più che mai attuali: la pace, l'ecologia, la speranza e la solidarietà.
Francesco che è solare, pieno di vita, passionale come un uomo qualunque; che è vittima della rabbia di fronte alle ingiustizie e che si lascia prendere dallo sconforto nel vedere tanta sofferenza; ma che, grazie alla sua fede profonda, non smette di credere di poter cambiare il mondo.
E così ha fatto.
Francesco che, controllando l’“animalità” insita in sé stesso, sceglie la strada della speranza e della compassione.
Francesco che è forte e debole allo stesso momento, innamorato della vita e disgustato dalle sofferenze; Francesco che ama la natura nella sua totalità - positiva e negativa - ed è cosciente di poter vedere la vita anche nel dolore e nella malvagità.
Francesco che è legato da una forte fede con Chiara, una fede per la stessa missione, che li porta a risvegliarsi nella completa contemplazione della vita.
Francesco che è cosciente della sua missione, ma rimane umano nella complicità con i suoi amici-fratelli, come avviene con Bernardo.
Tutto questo vuole essere trasmesso grazie alle inconfondibili e profonde note di Angelo Branduardi che, ancora una volta, si dimostra uno dei più grandi talenti della musica italiana. Grazie alla sua arte, Angelo musica le parole di San Francesco, dando vita ad un valzer di emozioni che rendono i primi testi della nostra letteratura fruibili a tutti e diretti ai nostri cuori.
Le musiche si sposano con una lettura prosaica della vita di San Francesco, tesa a mostrarne il lato umano e attualissimo di uno spirito nobile in lotta con la crudezza che a volte la vita ci mostra.
In scena gli attori saranno chiamati ad interpretare il più difficile dei ruoli: l’umanità.
Si presenta così un opera che può essere letta in tre tempi: musica, recitazione e danza: un connubio di arti per il più naturale dei messaggi, purtroppo spesso dimenticato: l’amore per l’umanità tutta.
Angelo Branduardi (La Stampa):
"Non dirò una parola in tutta l’opera. Farò come i menestrelli antichi che con le loro arpe, i loro liuti o, nel mio caso il violino, facevano da cornice a ciò che accadeva fra i protagonisti di una storia.
C'è voluto un anno, forse un anno e mezzo per mettere insieme tutte le parti che formano quello che trovo un magnifico spettacolo. Durante l’ore e mezza di messa in scena accadono tante cose e anche il territorio religioso, per alcuni impervio e pieno di buche, può diventare un prato verde facile da attraversare.
Mi piace usare questa metafora perché sin dal primo giorno io, il regista, l'autrice dei testi e chiunque fosse coinvolto nel progetto abbiamo voluto che alla base di tutto ci fosse una sola parola: semplicità.”
 

Il Ministero della Cultura compie 50 anni

Grazie alla pervicace volontà di Giovanni Spadolini, cinquant'anni fa, il #14dicembre 1974, nasceva l’allora Ministero per i beni cultu...