domenica 29 settembre 2019

Vincenza Spiridione. #EmozioniInMostra

Vincenza Spiridione, di origine lucana, vive e lavora a Roma. Dopo studi giuridici, si perfeziona a Roma in scultura, pittura moderna e pittura antica. Nel 2017 consegue il Baccalaureato in Sacra teologia, a completamento di una formazione umanistica che traspare nella sua arte.
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Rappresenta la propria visione della realtà attraverso un personale linguaggio figurativo che le consente di sintetizzare le forme, di plasmare la materia assecondandone potenzialità e caratteristiche, raggiungendo l’immediatezza del messaggio informale, con elementi concettuali che valorizzano il segno. Nella scultura come nella pittura, la materia e gli strumenti a disposizione condizionano l’opera: le abilità tecniche e le qualità progettuali dell’artista costituiscono il mezzo per una comunicazione che trascende la realtà. 
Alla radice del suo lavoro originale sta il messaggio autentico e viscerale mirato a rappresentare contraddizioni e drammi del nostro tempo, in particolare il quello delle migrazioni dai paesi del sud del mondo, spesso in guerra.

L’impegno nel sociale tende al superamento delle condizioni di sfruttamento ed annientamento dell’essere umano, affinché prevalga la cultura della Persona, sulla base dei valori dell’ accoglienza, della giustizia e della pace.
Ha partecipato con le sue opere a numerose mostre nazionali ed internazionali, tra le quali le piú recenti a Roma, 
"Prediligo raffigurare l'uomo e la donna tra i suoi conflitti, le sue fragilità, col desiderio di proporre una riflessione collettiva sul cammino dell'umanità. Per me l'arte è il veicolo privilegiato della creatività della persona, un modo efficace per avvicinarsi agli altri."
*I prefer to portray men and women living through conflict and fragility, with the desire to propose a collective reflection on the path of humanity. For me, art is the privileged vehicle of a person’s creativity, an effective way to get closer to others."
Esposizione Internazionale: 
Pittura, Scultura, Proiezioni Multimediali,
Percorsi Fotografici e Installazioni Sensoriali.
INGRESSO GRATUITO
Progetto a cura dell’Ing. Giacomo C Tropeano
c/Fondazione “The Armenian Fine Arts Foundation” 
e di Alba Lidia Tropeano
realizzato in collaborazione con
Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, 
con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, 
dell’Ambasciata della Repubblica d’Armenia in Italia, 
della Regione Campania. 

venerdì 27 settembre 2019

Courtney Brims

Courtney Brims
Australiana, di Brisbane, Courtney è cresciuta collezionando scarafaggi morti, vestendosi come Ursula, la cattiva di La sirenetta e disegnando unicorni rosa e uccelli preistorici.
Si è diplomata come interior designer, ma dal 2008 è un'illustratrice full time.
La sua matita disegna un mondo dolce e sognante, con creature malinconiche e strane.
Courtney grew up in the outskirts of Brisbane collecting dead beetles, dressing up as Ursula from “The Little Mermaid” and drawing pink unicorns and prehistoric birds. She graduated with a degree in interior design from Brisbane's Queensland University of Technology before becoming a full-time illustrator in 2008. 
Since then she has had numerous solo shows across Australia and the US and collaborated with national and international brands. Courtney’s work explores her curiosity with the natural world, specifically the interplay between prey and predator through adaptation and metamorphosis. Behind the ornamental and ethereal charm of flowers, animals and female figures lies the cunning and unsettling underbelly of nature. She depicts scenes where animals become entangled within weaving hair and vines, nesting in skeletal remnants that hint at humanity’s impermanence.
SOLO EXHIBITIONS
June 2017 - 'Bush Fables' solo show, Culprit Club, Brisbane
April 2016 - 'Symbiosis' solo show, Outré Gallery, Melbourne
2009 - 'It's a Long Story' solo show, Nine Lives, Brisbane
2009 - 'Lost On the Way' solo show, Black Maria Gallery, Los Angeles USA
2008 - 'Of Wonders Wild' solo show, Monster Children Gallery, Sydney
GROUP EXHIBITIONS
UPCOMING Jan 2020 - Group show, Beinart Gallery, Melbourne
UPCOMING Dec 2019 - 'Ritual' group show, Haven Gallery, NY, USA
UPCOMING Sep 2019 - Group show with Sean Mahan & Brian Mashburn, Talon Gallery, Portland, USA
Feb 2019 - ‘My Neighbour Hayao’, Pow!Wow!, Hawaii https://www.courtneybrims.com/ 
#ascoltando

martedì 17 settembre 2019

Le vestali #PercorsiQuotidianiSTORIE

Le vestali erano sacerdotesse consacrate alla dea Vesta. A Romolo, primo re di Roma, o al suo successore, Numa Pompilio, è attribuita l'istituzione del culto del fuoco, con la creazione delle vergini sacre a sua custodia, chiamate vestali.
Vestale di Frederic Leighton (1830-1896)
L'antichità del culto e dell'ordine sacerdotale è attestata dalla leggenda della fondazione di Roma, secondo la quale la madre di Romolo e Remo, Rea Silvia, era una vestale di Albalonga. E secondo Tito Livio le Vestali, esplicitamente derivate dall'analogo culto di Albalonga, furono tra i primi ordini sacerdotali creati da Numa Pompilio: subito dopo i Flàmini, e prima dei Salii e dei Pontefici.
Il loro compito era di mantenere sempre acceso il sacro fuoco alla dea Vesta, che rappresentava la vita della città, e compierne il culto a nome, appunto, della città. Erano inoltre incaricate di preparare gli ingredienti per qualsiasi sacrificio pubblico o privato, come la mola salsa, una focaccia di farina di farro tostata mista a sale, con cui si cospargeva la vittima (da qui il termine immolare).
Svetonio racconta che Augusto:
«Aumentò il numero, il prestigio, ma anche i privilegi dei sacerdoti, in particolare delle Vestali. Quando era necessario scegliere una vestale in sostituzione di una morta, vedendo che molti non volevano dare le loro figlie in sorte, giurò che se le sue nipoti avessero avuto l'età adatta, egli stesso le avrebbe offerte
(Svetonio, Augustus, 31.)
In principio le vestali erano quattro (o tre) fanciulle vergini, in seguito il loro numero fu portato a sei fanciulle che erano sorteggiate all'interno di un gruppo di 20 bambine di età compresa fra i 6 e i 10 anni, appartenenti a famiglie patrizie.
La consacrazione al culto, officiata dal Pontefice massimo avveniva tramite la captio o cattura (un rito paranuziale che ricalca il matrimonio per rapimento). Dopo che il Pontefice aveva pronunciato la frase di rito "Ego te amata capio" (io ti prendo, amata) le fanciulle erano consacrate a Vesta. Al Pontefice massimo erano sottoposte come ad un marito e a lui dovevano rispondere in caso di eventuali mancanze. Dovevano portare sempre un'elaborata acconciatura a trecce, i "seni crines", attorcigliati e sormontati da un'infula (benda sacra) che girava in più spire sul capo, e terminava in due bende finali, che ricadevano sulle spalle. Il tutto era coperto da un velo fissato da un spilla. Il servizio aveva una durata di 30 anni: nei primi dieci erano considerate novizie, nel secondo decennio erano addette al culto mentre gli ultimi dieci anni erano dedicati all'istruzione delle novizie. In seguito erano libere di abbandonare il servizio e sposarsi. La vestale più anziana aveva il titolo di "Virgo Vestalis maxima".
Resti della Casa delle Vestali nel Foro Romano
La loro vita si svolgeva nell'Atrium Vestae, accanto al tempio di Vesta, dove dovevano mantenere acceso il fuoco sacro e preparare la "mola salsa", una focaccia che veniva offerta agli dei nelle cerimonie solenni. 
Potevano però uscire liberamente e godevano di privilegi superiori a quelli delle donne romane, nonché di diritti e onori civili: mantenute a spese dello Stato, affrancate dalla patria potestà al momento di entrare nel Collegio, erano le uniche donne romane che potevano fare testamento (e custodi a loro volta, grazie all'inviolabilità del tempio e della loro persona, di testamenti e trattati), potevano testimoniare senza giuramento e i magistrati cedevano loro il passo e facevano abbassare i fasci consolari al loro passaggio. 
Questo per quanto attiene al loro status sociale.
Atteneva invece piuttosto al loro ruolo sacerdotale il diritto di chiedere la grazia per il condannato a morte che avessero incontrato casualmente (perché il nefas rappresentato da questo incontro fosse immediatamente compensato) e quello di essere sepolte entro il pomerio, a significare che la loro esistenza era così sacra che neppure le loro ceneri erano impure.

lunedì 9 settembre 2019

Khachik Abrahamyan #EmozioniInMostra

Khachik Abrahamyan (born January 15, 1960 in Yerevan), is an Armenian artist. Honored Artist of the Republic of Armenia, Member of the International Artists’ Association of UNESCO, President of the “Center of Armenian Artists”, Honorary President of the “Foundation for the Armenian Fine Arts”, Full Member (Academician) of the European Academy of Natural Sciences (Hanover, Germany). https://en.wikipedia.org/wiki/Khachik_Abrahamyan
Khachik Abrahamyan was born in 1960 in Yerevan. In 1990 he graduated from Yerevan State Academy of Fine Arts. During his student years and since the eighties, the artist took part and contributed to numerous national and international exhibitions, symposiums, biennales and art fairs.
Khachik Abrahamyan founded the “Center of Young Armenian Artists” with the aim to initiate and to bring to life innovative art projects on international level. 
As center’s president and mentor Khachik Abrahamyan leads its activities over many years launching many original avant-garde events and artistic projects in Armenia and abroad.
Khachik Abrahamyan is member of the Artists’ Union of Armenia (since 1992), of the Artists’ Union of the Russian Federation (since 1994) and of Moscow Artists Union (since 2011). In 1995, the artist having gained a high professional reputation became a member of the International Artists’ Association of UNESCO (Paris, France). In 2016, Khachik Abrahamyan is elected Full Member of the European Academy of Natural Sciences (Hanover, Germany). 
Equally interested in creating abstract and figurative compositions, the painter aims to convey, through inventive formal and coloristic explorations, his unique artistic vision rich in emotional, sensitive and retrospective tonalities. 
The works of Khachik Abrahamyan are included in prestigious art collections of state museums and private galleries worldwide.
Carnival 
Parajanov
Queens
Remember about music
Girl in Red Shirt
Awards 
Gold Medal of the Ministry of Culture, 2010
Honored Artist of the Republic of Armenia, 2015
Solo exhibitions
1989 - Embassy of Armenia in Russia (Moscow)
1990 - Gallery “Glasnost” (Oslo, Norway)
1991 - Center of Art (Vienna, Austria)
1993 - Gallery «Rafayelevskaya» (Moscow, Russia)
1993 - Russian cultural center (Berlin, Germany)
1995 - Exhibition Hall “Serpukhov” at Troitsky Monastery (Serpukhov, Russia).
1996 - State Museum of Fine Arts (Kazan, Russia)
2006 - Art gallery (Sochi, Russia)
2008 - Gallery «Pilade Persone» (Tallinn, Estonia)
2009 - Gallery “Coliseum” (Moscow, Russia)
2010 - Artists’ Union of Armenia (Yerevan, Armenia)
2010 - Exhibition hall “Sant’Andrea-di-Conca” (Avellino, Italy)
2011 - Museum of Fine Arts (Castelfrancho, Avellino, Italy)
2015 - AGBU Centre of Pasadena (California, USA)
2015 - Armenian Museum of Fresno (California, USA)
International exhibitions
2010 - Art Forum “ARMENI”, Museum Castel-de-Ovo (Naples, Italy).
2011 - Exhibition “ARMENI E IRPINI” (Avellino, Italy)
2012 - Exhibition of Armenian Artists (Scafati, Italy)
2012 - Exhibition of Armenian artist (Florence, Italy)
2013 - Exhibition at Villa Raffaella (Santa Caesarea Terme, Italy) 

Il Ministero della Cultura compie 50 anni

Grazie alla pervicace volontà di Giovanni Spadolini, cinquant'anni fa, il #14dicembre 1974, nasceva l’allora Ministero per i beni cultu...