mercoledì 9 ottobre 2019

Balthasar Kłossowski de Rola, Balthus. #PercorsiQuotidianiSTORIE

Balthus, pseudonimo di Balthasar Kłossowski de Rola (Parigi29 febbraio 1908 – Rossinière18 febbraio 2001), è stato un pittore francese di origine polacca.
Lo stile di Balthus parte da una base classica ed accademica; tuttavia, anche se la sua tecnica e il suo stile compositivo sono ispirati da quelli dei pittori pre-rinascimentali, nelle sue opere sono anche presenti evidenti riferimenti allo stile di Giorgio de Chirico. Ha dipinto soprattutto figure umane in un'epoca in cui l'arte figurativa è stata sostanzialmente ignorata e trascurata. Attualmente è diffusamente riconosciuto come uno dei più importanti artisti del XX secolo.
Nel suo lavoro possono essere rintracciati i segni di numerose influenze, tra cui gli scritti di Emily Brontë (nel 1934 ha illustrato con disegni a penna su carta il romanzo Cime Tempestose), gli scritti e le fotografie di Lewis Carroll, i dipinti di MasaccioPiero della FrancescaSimone MartiniPoussinJean-Étienne LiotardJoseph ReinhardtGéricaultIngresGoyaJean-Baptiste Camille CorotCourbetEdgar DegasFélix Vallotton e Paul Cézanne. In ambito musicale il suo compositore preferito fu Wolfgang Amadeus Mozart.
Molti suoi dipinti mostrano giovani fanciulle ritratte in un contesto erotico. Balthus sostenne ripetutamente che il suo lavoro non aveva alcun intento di tipo pornografico, ma che si limitava a mostrare l'esistenza della sessualità infantile, una realtà difficile da accettare e capace di mettere a disagio.

L'atelier de Balthus, cour de Rohan à Paris.
Nel corso degli anni della sua formazione il suo talento artistico fu sostenuto da Rainer Maria RilkeMaurice DenisPierre Bonnard e Henri Matisse. Suo padre, Erich Klossowski, un celebre storico dell'arte (scrisse una monografia su Daumier), e sua madre Elisabeth Dorothea Spiro (nota come Baladine Klossowska) facevano parte dell'élite culturale parigina frequentando la cerchia di artisti e intellettuali presenti in quel periodo nella Ville lumière. Suo fratello maggiore, Pierre Klossowski, fu un filosofo che si occupò tra le altre cose del pensiero teologico e delle opere del Marchese de Sade. Tra gli amici e conoscenti della famiglia Klossowski vi furono scrittori come André Gide e Jean Cocteau, che dalla frequentazione della famiglia trasse ispirazione per il suo romanzo I Ragazzi Terribili.
Nel 1914 la famiglia Klossowski di origine tedesca viene sottosposta a un grande cambiamento quando con l'inizio della guerra è costretta a lasciare Parigi e si trasferisce a Berlino. In seguito alla separazione dei coniugi Klossowski, nel 1917 la madre e i due figli Balthazar e Pierre si stabiliscono in Svizzera, prima a Berna e poi a Ginevra. È nel 1919 che Baladine, la madre, incontra il poeta austriaco Rainer Maria Rilke a cui si lega profondamente. La presenza di Rilke sarà di notevole importanza nel destino dei giovani fratelli Klossowski. Il periodo ginevrino segna una certa stabilità nella vita di Balthus, che inizia ad avvicinarsi all'arte con una serie di disegni a inchiostro in cui illustra una storia che ritrae il suo gatto Mitsou.
Lo chalet di Balthus a Rossinière
Ho riguardato le opere di Balthus in occasione della potente retrospettiva che Roma gli ha dedicato alle Scuderie del Quirinale. A Roma è la prima volta, nonostante essa sia stata la patria ideale del pittore che fu direttore di Villa Medici per sedici anni, dal 1961 al 1977, quando si ritirò, come un eroe in esilio, al Grand Chalet di Rossinière in Svizzera.
#LAlberodelleIdeeMusica
Vittorio Sgarbi, IL GIORNALE, 25 ottobre 2015 Era stato per quel tempo pittore per sé, e per pochi amici, ma aveva fatto vedere nella villa da lui restaurata, con sapienza di pittore, mostre di Giacometti, di Bonnard, di Derain, dei caravaggeschi europei, che io vidi ragazzo. Il primo luogo di ritiro lo aveva trovato in Tuscia, a Montecalvello, vicino a Viterbo. Ma nei tempi difficili e ingrati egli elaborava segretamente i capolavori che oggi vediamo, e non proponeva teorie o ideologie, ma, dimostrandosi in ciò esattamente l’opposto di Beuys, dichiarava sommessamente a chi gli chiedeva le ragioni della sua pittura: «scrivete così: Balthus è un pittore del quale non si sa nulla; e ora guardate i suoi quadri». Era il 1968, l’anno delle rivolte epocali, ed egli applicava a sé il metodo di Epicuro: «lathe biosas» (vivi nascostamente). Per te parleranno i quadri. BALTHUS, L’ULTIMO PITTORE CHE LASCIAVA PARLARE I QUADRI 

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