sabato 7 dicembre 2019

#Ritratti #Storie #Ieri #Oggi When in Rome 2007, Genesis

When in Rome 2007 è un album video del gruppo musicale britannico Genesis, pubblicato nel 2008 dalla Virgin Records.
 
I primi due DVD costituiscono la ripresa filmata integrale dell'ultima data europea del Turn It On Again: The Tour, tenutasi al Circo Massimo di Roma il 14 luglio 2007, nella quale i Genesis suonarono di fronte a circa 500.000 spettatori. 
 
Il terzo DVD è un film di circa due ore, intitolato Come Rain or Shine, che documenta la preparazione del tour in questione, dalle prove del gruppo in un teatro a New York nel 2006 ai lavori di allestimento visuale dello spettacolo, fino alla conferenza stampa di presentazione del tour, più vari momenti catturati dietro le quinte di alcune fra le ventidue date europee. 
Queste ultime furono anche documentate nel doppio CD Live Over Europe 2007

giovedì 5 dicembre 2019

#Ritratti #Storie #Ieri #Oggi. Zitte! Sta Arrivanne 'O Mammone

Brani:
1. Zitte! sta venenne 'o mammone
2. Go Away
3. L'ultimo apache
4. Malaffare
5. Ecce homo
6. No More
7. Maria Maddalena
8. 'E cinque 'a sera
9. Il popolo dei cartoni
10. 'O nonno mio
Acoustic Bass – Rino Zurzolo
Art Direction – Franco Del Prete , James Senese
Artwork – Guido Graziani
Backing Vocals [Supporting Vocals] – Cristiana Barone
Lyrics By – Franco Del Prete 
Mastered By – Bob Fix
Music By, Arranged By – James Senese
Producer – Beppe Graziani*
Saxophone, Synthesizer [Ewi], Vocals, Electric Piano [Rhodes], Programmed By [Bass Programming] – James Senese https://www.discogs.com
I brani del disco come sempre sono duri e diretti, la musica è quella inconfondibile intensa e profonda e i testi realizzati da Franco Del Prete attuali e mai retorici. I Napoli Centrale ribadiscono il motivo della loro esistenza come band: essere la voce di quella fascia sociale che voce non ha.
Nel disco partecipano quattro voci d’eccezione : 
Rais ed Enzo Gragnaniello in "Ecce Homo";
Lucio Dalla in "Maria Maddalena" ; 
Zulù in "Il popolo dei cartoni".
Zitte! Sta arrivanne 'o mammone
di Pier Luigi Zanzi
Il contributo che questo storico gruppo ha dato al jazz-rock dell'area partenopea e a tutte le sue conseguenze, diramate soprattutto nel pop, è noto a chiunque frequenti il genere. Il ritorno nel 2001 (li abbiamo visti anche al concertone del primo maggio) è un CD che vede due dei vecchi protagonisti del progetto, James Senese e Franco Del Prete, suonare, cantare e comporre quasi tutto, affiancati qui e lì da Rino Zurzolo al basso acustico, un ensemble di cinque percussionisti e le voci ospiti di Lucio Dalla, Enzo Gragnaniello, Raiss degli Almamegretta e Zulu dei 99 posse. Il marchio di fabbrica è riconoscibile quasi ovunque, con una forte connotazione ritmica e una musicalità diretta e piena; divertenti le idee contenute nelle parole e nei suoni di Malaffare o Il popolo dei cartoni, e non sono le uniche due canzoni riuscite. I dubbi sono però parecchi, a causa di testi non sempre lontani dalla retorica e di sonorità un po' sintetiche e freddine, il che si traduce, per un lavoro cantato in napoletano, in una contraddizione piuttosto forte. https://www.suono.it/Musica/Recensioni/Zitte!-Sta-arrivanne-o-mammone

mercoledì 20 novembre 2019

I dieci comandamenti Raffaele Viviani. #Ritratti #Storie #Ieri #Oggi

"Il testo è domianto dalla fame: attraverso il teatro Napoli esprime spudoratamente il suo stato di capitale di sud del mondo. Il coro de "I dieci comandamenti" si aggira in una città sofferente interrogandosi attonito sul dio che lo colpisce così duramente: questo popolo, fratello di tanti popoli sofferenti, vivo più che mai intorno a noi, ci insegna a aprire gli occhi, guardare in faccia il dolore e trasformare il dolore in energia." (Mario Martone)
I dieci comandamenti
Editore: Guida
Collana: Teatro
Anno edizione: 2000
Pagine: 160 p.
EAN: 9788871884530
«La lotta mi ha reso lottatore. Dicendo lotta intendo parlare, si capisce, non di quella greco romana che fa bene ai muscoli e stimola l'appetito, ma di quella sorda, quotidiana, spietata, implacabile che ogni giorno si è costretti a sostenere. E la mia vita fu tutta una lotta: lotta per il passato, lotta per il presente, lotta per l'avvenire. Con chi lotto? Non col pubblico, il quale anzi facilmente si fa mettere con le spalle al tappeto, ma con i mille elementi che sono nell'anticamera, prima di giungere al pubblico. Parlo del repertorio, delle imprese, dei trusts, dei trusts soprattutto. Oggi come ieri, l'uomo di teatro è in lotta continua coll'accaparramento dei teatri di tutta Italia, i quali sono tenuti e gestiti da pochissime mani, tutte strette fra loro.»(Raffaele Viviani in Dalla Vita alle scene)
La ripresa filmica firmata da Mario Martone de I dieci comandamenti, leggendario decalogo di Raffaele Viviani, nella versione messa in scena dallo stesso Martone a Napoli, nel quartiere popolare su cui si affacciava casa Viviani. Ha dichiarato il regista: «Il teatro di Viviani non è borghese, si svolge per strada, con protagonista il popolo, ed è fatto di testi e musiche. Scritto nel '44, durante il bombardamento di Napoli, I dieci comandamenti è la risposta a Napoli milionaria di Eduardo.
Daniele Sepe apre l'inedita commedia musicale "I Dieci Comandamenti" di Raffaele Viviani, 
un vero e propio inno contro la guerra e l'ingiustizia sociale, un testo scritto nel dopo guerra, ma tragicamente attuale. Regia di Mario Martone. (Testo) 
(entra Pulcinella, prima che si alzi il sipario, e canta) 
Si vide all'animale 
ca stanno 'ncopp' 'a terra 
ti pienze sempe a mmale, 
tu vide sempe guerra!

lunedì 18 novembre 2019

100 Giusti del mondo. Storie contro l'indifferenza.

"Onoriamo quei Giusti che hanno avuto il coraggio di non obbedire gli ordini, ma hanno seguito l'ordine morale, l'ordine etico, l'ordine del cuore" (Liliana Segre)
Arriva al Memoriale della Shoah Milano una mostra in collaborazione con Gariwo - Foresta dei Giusti che racconta le storie di coloro che, in diversi momenti della Storia, in diversi parti del globo, hanno scelto di aiutare, di rischiare in prima persona, di non essere indifferenti.
Tratta dal volume "100 giusti del mondo" (ed. Rizzoli), la mostra ci porta da una storia all'altra, dalla Resistenza alla lotto contro la Mafia, dal Green Belt Movement a Plaza de Mayo, attraverso i disegni di Jean Blanchaert e le parole dell'artista, di Gabriele Nissim e di Philippe Daverio.
La mostra, si colloca all'interno di Bookcity Milano
Per info e prenotazioni: eventi@memorialeshoah.it
Coordinamento: Talia Bidussa e Daniela Di Veroli
In collaborazione con: Galleria l'Affiche
Disegni: Jean Blanchaert 
Testi: Gabriele Nissim, Philippe Daverio, Jean Blanchaert, 
Redazione testi: Irina Focsaneanu Eschenazi
Coloring: Angelica Gerosa
Allestimento a cura di Galleria L'Affiche e Stefano Fais
100 giusti del mondo
Anno edizione: 2018
In commercio dal: 6 marzo 2018
Pagine: 167 p., ill. , Rilegato
EAN: 9788891816634
Giusti non sono né santi né eroi. Sono uomini e donne. Di loro non importa il Paese di provenienza, la confessione religiosa, la lingua.
Possono essere laici o credenti. Essi sono soprattutto cittadini del mondo. Questi cento ritratti d’artista ne raccontano la storia, l’esempio, ma soprattutto ne rivelano l’appartenenza a un universo sovranazionale fatto di tenacia, di coraggio e di un supremo senso per la vita e per la libertà dell’uomo.
L’indifferenza per i Giusti è spesso sintomo di un decadimento morale. 

domenica 17 novembre 2019

Il santuario di Macereto, comune di Visso nelle Marche.

Il santuario di Macereto è un complesso religioso che sorge ad un'altezza di circa 1000 metri s.l.m. sull'omonimo altopiano del versante occidentale dei Monti Sibillini, nel territorio comunale di Visso, nelle Marche.
Nei cui pressi sorgeva un tempo il castello dei conti di Fiastra
È stato dichiarato monumento nazionale nel 1902. 
Si tratta di una delle maggiori espressioni dell'Architettura rinascimentale del '500 nelle Marche
Vuole la tradizione che il 12 agosto 1359, nel trasportare una statua lignea della Madonna con Bambino da Loreto al Regno di Napoli, i muli facenti parte della carovana si fermarono in ginocchio sul sito attualmente occupato dal santuario, e da lì non vollero più ripartire, nonostante i calci e le frustate. I popolani accorsi in aiuto videro nell'accaduto un segno divino, e pretesero che la statua rimanesse lì, così nel giro di pochi anni venne costruita sul luogo una primitiva chiesetta dedicata alla Madonna eretta sulle forme della Porziuncola di Assisi.

Nel secondo '400 la statua originale venne sostituita da un'altra, attualmente conservata nel Museo pinacoteca di Visso.
Nel 1528 cominciarono invece i lavori per la costruzione del santuario attorno alla primitiva edicola. L'architetto Giovan Battista da Lugano riprese un precedente progetto del 1505 di Bramante. Dopo la morte del Lugano i lavori di edificazione furono sospesi, per poi riprendere nel 1553 sotto la direzione di Filippo Salvi da Bissone, e terminare nel 1556.
Il santuario fa parte di un più ampio complesso architettonico comprendente la chiesa, la Casa dei Pellegrini, la Casa del Corpo di Guardia ed il Palazzo delle Guaite.
La tradizione vuole che un mulo che stava trasportando un simulacro della Madonna, da Ancona a Napoli, si fermò proprio sull’altopiano di Macereto e da li non si volle più muovere.
Il santuario ha pianta ottagonale e tre ingressi, al suo interno, a croce greca, trovate l’antica chiesetta (porziuncola) che in seguito fu rivestita in marmo.  
L’altare maggiore è decorato con affreschi di Simone de Magistris.
Suggestivi anche gli esterni con un chiostro – porticato e una fonte sul lato opposto al Santuario.
Per saperne di più:
http://www.santuariomacereto.it
La città di Visso, 1300 abitanti nel cuore dei Monti Sibillini e dell’omonimo parco, si trova a 608 mt di altezza in una conca tra il torrente Ussita e il fiume Nera nella Provincia di Macerata.
L’elegante porta di Santa Maria introduce il visitatore all’interno del centro storico e nella elegante e accogliente Piazza Martiri Vissani racchiusa su due lati da chiese. Sulla sommità spicca la Chiesa di Sant’Agostino in pietra bianca con la sua facciata “Abruzzese” caratterizzata da un portale gotico e da uno scenografico rosone. La chiesa è oggi sede del Museo Parrocchiale. Alla sua sinistra un’altra bianca parete in pietra interrotta da uno splendido portale protetto da due leoni. È l’ingresso della Chiesa di Santa Maria da cui svetta anche un leggiadro campanile ingentilito da bifore e trifore. All’interno della chiesa troverete un singolare affresco: interessante non tanto per la fattura, diciamo piuttosto naif, quanto per la mole visto che l’opera, che raffigura San Cristoforo, ricopre l’intera parete fino al soffitto.
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Poco distante dalla piazza vi imbatterete in un elegante edificio sede del Comune: Palazzo dei Priori. La facciata si apre con un portale gotico sovrastato da un balcone. All’interno del palazzo sono conservati anche numerosi manoscritti del poeta della modernità italiano più famoso e anch’esso Marchigiano, Giacomo Leopardi. Potrete ammirare uno dei pochissimi manoscrittti originali della sua poesia più celebre L’infinito.
La città è sovrastata da due torri recentemente restaurate, la passeggiata è piacevole e non impegnativa, almeno che il sole non picchi forte sulle vostre teste.  https://www.raccontidimarche.it

sabato 16 novembre 2019

Alberto Giacometti: Io faccio pittura e scultura per mordere nella realtà, per difendermi, per nutrire me stesso,

Alberto Giacometti nacque a Borgonovo di Stampa, nel Canton Grigioni (Svizzera), il 10 ottobre 1901 da Giovanni Giacometti, un pittore post-impressionista svizzero, e da Annetta Stampa, svizzera discendente di rifugiati protestanti italiani. Giacometti cominciò a disegnare, a dipingere e a scolpire assai giovane. Tra l'altro fece spesso dei ritratti di suo cugino Zaccaria Giacometti, poi noto professore di diritto pubblico all'Università di Zurigo che visse con lui come «fratello maggiore».
Dopo aver frequentato la Scuola di arti e di mestieri di Ginevra, nel 1919, si iscrisse a Parigi ai corsi di scultura di Émile-Antoine Bourdelle, all'Accademia della Grande Chaumière nel 1922. Disparate esperienze culturali orientarono in direzioni diverse la sua operatività di questi anni. Lo testimoniano i suoi disegni, caratterizzati dalla frantumazione cubista, analitica, di ogni dettaglio, e sculture. Ne sono esempi Torso del 1925, e Donna cucchiaio (al Kunsthaus di Zurigo) che, sulla base di un lavoro di memoria, intendono portare alla luce l'essenza concettuale delle cose.
Risultato immagini per alberto giacometti opere"
Nel 1928 Giacometti entrò a far parte del gruppo surrealista (con cui ruppe nel 1935, pur partecipando alle mostre fino al 1938). In questo periodo, sul lavoro a memoria prevalgono l'immaginazione e, spesso, l'inconscio, che conducono Giacometti alla creazione di sculture assai importanti per l'idea surrealista di oggetto a funzionamento simbolico: Uomo e donna, (Parigi), e Boule pendu (Sfera sospesa, del 1930, Kunsthaus di Zurigo): una forma sferica oscillante che sfiora una mezza luna allungata dentro un'ingabbiatura di ferro, introduce il problema dello spazio e della sua delimitazione, che da allora si precisa come una costante della ricerca estetica di Giacometti.
Io faccio pittura e scultura per mordere nella realtà, per difendermi, per nutrire me stesso, per diventare più grosso; diventare più grosso per difendermi meglio, per meglio attaccare, per fare più presa, per avanzare il più possibile su ogni piano in tutte le direzioni, per difendermi contro la fame, contro il freddo, contro la morte, per essere il più libero possibile; il più libero possibile per tentare – con i mezzi che oggi mi sono propri – di vederci meglio, di capire meglio ciò che ho intorno, capire meglio per essere più libero, più forte possibile, per spendere, per spendermi il più possibile in ciò che faccio, per correre la mia avventura, per scoprire nuovi mondi, per combattere la mia guerra.
Risultato immagini per alberto giacometti opere"

Alberto Giacometti. Disegni, sculture e opere grafiche. Catalogo della mostra (Bologna, Museo Morandi, 25 giugno-6 settembre 1999) A fogli intercambiabili – 1 lug 1999

domenica 27 ottobre 2019

#Tratti e #Ritratti:Christian Birmingham

Christian Birmingham is a British artist who has illustrated some of the finest authors in children's and adult literature. With Children's Laureate Michael Morpurgo O.B.E., he has won the Whitbread (now Costa) Children's Book of the Year, the Smarties Book Prize and the Red House Children's Book Award; he has also been shortlisted for the Kurt Maschler Award and Kate Greenaway Medal for Illustration. His illustration artwork has been exhibited at the Mall Galleries, Dover Street Gallery and the Australian High Commission in London; his landscapes have been shown at The New English Art Club, Royal Society of Marine Artists and The Pastel Society. Christian lives and works in Sussex, England.
Christian's illustration artwork has been shown at the Australian High Commission, to celebrate the publication of Wombat Goes Walkabout, and at the Air Gallery in Mayfair and Mall Galleries in Westminster, London in exhibitions hosted by Books Illustrated Ltd in December 2007 and 2009 to celebrate the publication of The Snow Queen and The Little Mermaid. His landscape artwork has been exhibited at the Royal Society of Marine Artists, Pastel Society and New English Art Club annual exhibitions
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The Roots - I Don't Care ft. Dom

domenica 20 ottobre 2019

Ragazza in un bosco Vincent van Gogh

Ragazza in un bosco (in olandese Meisje in het bos) è un dipinto a olio su tela di Vincent van Gogh, di 39x59 cm, eseguito nell'agosto 1882 a L'Aia, e conservato nel museo Kröller-Müller di Otterlo. Il dipinto non è firmato.
Con la fine del 1881, ma soprattutto col 1882 Van Gogh passa dal semplice disegno al dipinto, convinto che
«il cielo, la terra, il mare richiedono l’uso del pennello nel senso che, se si vuole rappresentarli attraverso il solo disegno, è indispensabile saper usare il pennello con la sensibilità che questo mezzo richiede.»
(Lettera 223 al fratello Théo van Gogh)
Per esercitarsi trova una ricca fonte di soggetti nei paesaggi attorno a L'Aja, in particolare nei boschi, “già molto autunnali”.
Uno dei paesaggi di questo periodo è questa scena del bosco: una ragazza vestita di bianco appoggiata ad un grosso tronco di albero, un tappeto di foglie che coprono il terreno. Per essere vendibile, il pittore lo carica di luminosità, per essere certo che “si può respirare in esso, e camminarvi e sentire l'odore del bosco”. https://www.masterpieceofart.com/
Girl in White in the Woods, August 1882, Oil on paper mounted on canvas, Kröller-Müller Museum, the Netherlands
#asccoltando

mercoledì 9 ottobre 2019

Luna rossa, film del 2001 diretto da Antonio Capuano. #PercorsiQuotidianiCINEMA

Luna rossa è un film del 2001 diretto da Antonio Capuano
Un pentito racconta al giudice che lo sta interrogando la storia della famiglia Cammarano. Una famiglia radicata nei sentimenti camorristi, che sin dagli inizi degli anni Settanta allarga il proprio potere sul territorio. Una forte determinazione, seguita da una violenza e compattezza di gruppo, ne costituiscono la forza. Il comando all'interno viene garantito da una rigida gerarchia fondata sul rispetto. I più giovani, però, cominciano a non credere più nell'organizzazione della struttura finché uno di loro (Oreste) si ribella, portando tutti verso un inevitabile massacro.
Questo film è riconosciuto come d'interesse culturale nazionale dalla Direzione generale per il cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali italiano, in base alla delibera ministeriale del 21 giugno 2001.
..quanno 'a vvierno 'a pioggia me 'nfonne
si 'o sole ca me po' asciuttà 
e quanno po' 'nfoca 'o calore ca abbrucia 
sarraje viento pe' me rinfriscà...

Balthasar Kłossowski de Rola, Balthus. #PercorsiQuotidianiSTORIE

Balthus, pseudonimo di Balthasar Kłossowski de Rola (Parigi29 febbraio 1908 – Rossinière18 febbraio 2001), è stato un pittore francese di origine polacca.
Lo stile di Balthus parte da una base classica ed accademica; tuttavia, anche se la sua tecnica e il suo stile compositivo sono ispirati da quelli dei pittori pre-rinascimentali, nelle sue opere sono anche presenti evidenti riferimenti allo stile di Giorgio de Chirico. Ha dipinto soprattutto figure umane in un'epoca in cui l'arte figurativa è stata sostanzialmente ignorata e trascurata. Attualmente è diffusamente riconosciuto come uno dei più importanti artisti del XX secolo.
Nel suo lavoro possono essere rintracciati i segni di numerose influenze, tra cui gli scritti di Emily Brontë (nel 1934 ha illustrato con disegni a penna su carta il romanzo Cime Tempestose), gli scritti e le fotografie di Lewis Carroll, i dipinti di MasaccioPiero della FrancescaSimone MartiniPoussinJean-Étienne LiotardJoseph ReinhardtGéricaultIngresGoyaJean-Baptiste Camille CorotCourbetEdgar DegasFélix Vallotton e Paul Cézanne. In ambito musicale il suo compositore preferito fu Wolfgang Amadeus Mozart.
Molti suoi dipinti mostrano giovani fanciulle ritratte in un contesto erotico. Balthus sostenne ripetutamente che il suo lavoro non aveva alcun intento di tipo pornografico, ma che si limitava a mostrare l'esistenza della sessualità infantile, una realtà difficile da accettare e capace di mettere a disagio.

L'atelier de Balthus, cour de Rohan à Paris.
Nel corso degli anni della sua formazione il suo talento artistico fu sostenuto da Rainer Maria RilkeMaurice DenisPierre Bonnard e Henri Matisse. Suo padre, Erich Klossowski, un celebre storico dell'arte (scrisse una monografia su Daumier), e sua madre Elisabeth Dorothea Spiro (nota come Baladine Klossowska) facevano parte dell'élite culturale parigina frequentando la cerchia di artisti e intellettuali presenti in quel periodo nella Ville lumière. Suo fratello maggiore, Pierre Klossowski, fu un filosofo che si occupò tra le altre cose del pensiero teologico e delle opere del Marchese de Sade. Tra gli amici e conoscenti della famiglia Klossowski vi furono scrittori come André Gide e Jean Cocteau, che dalla frequentazione della famiglia trasse ispirazione per il suo romanzo I Ragazzi Terribili.
Nel 1914 la famiglia Klossowski di origine tedesca viene sottosposta a un grande cambiamento quando con l'inizio della guerra è costretta a lasciare Parigi e si trasferisce a Berlino. In seguito alla separazione dei coniugi Klossowski, nel 1917 la madre e i due figli Balthazar e Pierre si stabiliscono in Svizzera, prima a Berna e poi a Ginevra. È nel 1919 che Baladine, la madre, incontra il poeta austriaco Rainer Maria Rilke a cui si lega profondamente. La presenza di Rilke sarà di notevole importanza nel destino dei giovani fratelli Klossowski. Il periodo ginevrino segna una certa stabilità nella vita di Balthus, che inizia ad avvicinarsi all'arte con una serie di disegni a inchiostro in cui illustra una storia che ritrae il suo gatto Mitsou.
Lo chalet di Balthus a Rossinière
Ho riguardato le opere di Balthus in occasione della potente retrospettiva che Roma gli ha dedicato alle Scuderie del Quirinale. A Roma è la prima volta, nonostante essa sia stata la patria ideale del pittore che fu direttore di Villa Medici per sedici anni, dal 1961 al 1977, quando si ritirò, come un eroe in esilio, al Grand Chalet di Rossinière in Svizzera.
#LAlberodelleIdeeMusica
Vittorio Sgarbi, IL GIORNALE, 25 ottobre 2015 Era stato per quel tempo pittore per sé, e per pochi amici, ma aveva fatto vedere nella villa da lui restaurata, con sapienza di pittore, mostre di Giacometti, di Bonnard, di Derain, dei caravaggeschi europei, che io vidi ragazzo. Il primo luogo di ritiro lo aveva trovato in Tuscia, a Montecalvello, vicino a Viterbo. Ma nei tempi difficili e ingrati egli elaborava segretamente i capolavori che oggi vediamo, e non proponeva teorie o ideologie, ma, dimostrandosi in ciò esattamente l’opposto di Beuys, dichiarava sommessamente a chi gli chiedeva le ragioni della sua pittura: «scrivete così: Balthus è un pittore del quale non si sa nulla; e ora guardate i suoi quadri». Era il 1968, l’anno delle rivolte epocali, ed egli applicava a sé il metodo di Epicuro: «lathe biosas» (vivi nascostamente). Per te parleranno i quadri. BALTHUS, L’ULTIMO PITTORE CHE LASCIAVA PARLARE I QUADRI 

domenica 6 ottobre 2019

#Tratti e #Ritratti: Louis Wain

Louis Wain (Londra, 5 agosto 1860Londra, 4 luglio 1939) è stato un artista britannico, conosciuto per i suoi disegni spesso raffiguranti gatti antropomorfizzati dai grandi occhi
Nei suoi ultimi anni di vita soffrì probabilmente di schizofrenia (o di un altro tipo di disordine mentale), che, secondo alcuni psichiatri, trova riscontro nella sua arte.
Louis William Wain nacque nel 1860 a Clerkenwell, un sobborgo di Londra, da padre inglese, commerciante di stoffe e ricamatore, e madre francese. Era il primo di sei figli, l'unico maschio. Le sue sorelle non si sposarono mai e vissero con la madre tutta la vita; anche Louis visse con la madre la maggior parte della sua vita. A trent'anni la sorella minore fu riconosciuta malata di mente e ricoverata in manicomio.
Louis nacque con il labbro leporino e i medici ordinarono ai suoi genitori di non fargli impartire alcuna lezione scolastica fino all'età di dieci anni. Da adolescente spesso marinava la scuola, trascorrendo molto tempo girovagando per Londra. Dopo questo periodo, Louis frequentò le lezioni alla West London School of Art dove insegnò per un breve periodo al termine degli studi. All'età di 20 anni, a seguito della morte del padre, lasciò l'insegnamento per essere di sostegno alla sua famiglia. Divenne quindi un artista indipendente ottenendo un buon successo. Si specializzò nel disegno di animali e scene campestri, lavorando per diverse riviste tra cui Illustrated Sporting and Dramatic News, con cui collaborò per quattro anni, e The Illustrated London News dal 1886. 
Durante il decennio del 1880 le opere di Wain includono illustrazioni dettagliate di casali, poderi, e bestiame per le fiere agricole. 
Il suo lavoro lo portò a disegnare una grande varietà di animali, sviluppando la capacità di ritrarre ogni genere di creatura. Ad un certo punto pensò di poter vivere eseguendo ritratti di cani.
Wain raccontava che la sua passione per gli animali antropomorfi era nata grazie al suo gatto Peter, che soleva far compagnia a lui e sua moglie, malata di cancro, quando questa ancora era in vita.

Il Ministero della Cultura compie 50 anni

Grazie alla pervicace volontà di Giovanni Spadolini, cinquant'anni fa, il #14dicembre 1974, nasceva l’allora Ministero per i beni cultu...