Dopo aver frequentato la Scuola di arti e di mestieri di
Ginevra, nel
1919, si iscrisse a
Parigi ai corsi di scultura di
Émile-Antoine Bourdelle, all'
Accademia della Grande Chaumière nel
1922. Disparate esperienze culturali orientarono in direzioni diverse la sua operatività di questi anni. Lo testimoniano i suoi disegni, caratterizzati dalla frantumazione cubista, analitica, di ogni dettaglio, e sculture. Ne sono esempi Torso del
1925, e Donna cucchiaio (al
Kunsthaus di Zurigo) che, sulla base di un lavoro di memoria, intendono portare alla luce l'essenza concettuale delle cose.
Nel
1928 Giacometti entrò a far parte del gruppo
surrealista (con cui ruppe nel
1935, pur partecipando alle mostre fino al
1938). In questo periodo, sul lavoro a memoria prevalgono l'
immaginazione e, spesso, l'
inconscio, che conducono Giacometti alla creazione di sculture assai importanti per l'idea surrealista di oggetto a funzionamento simbolico: Uomo e donna, (
Parigi), e Boule pendu (Sfera sospesa, del
1930, Kunsthaus di Zurigo): una forma sferica oscillante che sfiora una mezza luna allungata dentro un'ingabbiatura di ferro, introduce il problema dello spazio e della sua delimitazione, che da allora si precisa come una costante della ricerca estetica di Giacometti.
Io faccio pittura e scultura per mordere nella realtà, per difendermi, per nutrire me stesso, per diventare più grosso; diventare più grosso per difendermi meglio, per meglio attaccare, per fare più presa, per avanzare il più possibile su ogni piano in tutte le direzioni, per difendermi contro la fame, contro il freddo, contro la morte, per essere il più libero possibile; il più libero possibile per tentare – con i mezzi che oggi mi sono propri – di vederci meglio, di capire meglio ciò che ho intorno, capire meglio per essere più libero, più forte possibile, per spendere, per spendermi il più possibile in ciò che faccio, per correre la mia avventura, per scoprire nuovi mondi, per combattere la mia guerra.
Alberto Giacometti. Disegni, sculture e opere grafiche. Catalogo della mostra (Bologna, Museo Morandi, 25 giugno-6 settembre 1999) A fogli intercambiabili – 1 lug 1999