lunedì 17 giugno 2019

Romolo Augustolo, in esilio nel Castellum Lucullanum, dove ora sorge Castel dell’Ovo, a Napoli.

Romolo Augustolo 

L’imperatore d’oriente Leone pose sul trono d’occidente un suo lontano parente, Giulio Nepote, nel 474, ma non riuscì a fermare la secessione da parte dei barbari di Spagna e Gallia. Alla fine, quando nel 475 venne deposto da Flavio Oreste, suo magister militum, per dare la porpora al figlio Romolo, Leone non riconobbe il nuovo imperatore, ma non fece neanche nulla per Nepote, rivelatosi incapace di gestire la situazione.
Il nuovo imperatore aveva all’incirca tredici anni quando assunse la porpora il 31 ottobre del 475 e prese il soprannome ironico di Augustolo (piccolo Augusto). Nel frattempo Giulio Nepote, dopo che il 28 ottobre Oreste era entrato a Ravenna, si rifugiava in Dalmazia, dove suo zio era stato governatore e aveva molti contatti. Sarebbe poi morto lì nel 480.
Di fatto il potere era retto dal padre Oreste, nativo della Pannonia, che che aveva prestato inizialmente servizio sotto Attila. Il senato tuttavia non riconobbe mai il nuovo imperatore, né lo fece l’imperatore d’oriente Zenone. Ma neanche un anno dopo le truppe barbare, sotto il comando di Odoacre, chiesero terre in Italia, così come era accaduto in Gallia un paio d’anni prima.
Al rifiuto di Oreste, Odoacre si ribellò, e lo assediò a Ticinum (Pavia), uccidendolo poi nei pressi di Piacenza. Entrato poi a Ravenna, Romolo si arrese. Pare che Odoacre, ammirando la sua “giovinezza e bellezza”, gli salvò la vita, dandogli una rendita di 6.000 solidi l’anno e mandandolo in esilio nel Castellum Lucullanum, dove ora sorge Castel dell’Ovo, a Napoli. Si era conclusa la storia dell’impero romano d’occidente.
Flavio Romolo Augusto, noto anche col diminutivo di Augustolo, cioè Piccolo Augusto (in latino: Flavius Romulus Augustus; 461 circa – dopo il 511), è considerato tradizionalmente l'ultimo imperatore romano d'Occidente (31 ottobre 475 - 4 settembre 476), in quanto dopo la sua deposizione a opera del generale barbaro Odoacre re degli Eruli non fu nominato alcun nuovo imperatore. La sua deposizione segna convenzionalmente la fine dell'Impero romano d'Occidente e l'inizio del Medioevo. Giuridicamente però non ottenne nessun riconoscimento da Costantinopoli.
Le fonti storiche danno pochi dettagli sulla sua vita. Fu messo sul soglio imperiale dal padre Flavio Oreste, magister militum dell'esercito romano dopo la deposizione del precedente imperatore, Giulio Nepote. Poco più che un bambino, Romolo fu di fatto un fantoccio nelle mani del padre. Regnò solo per dieci mesi. Fu spedito da Odoacre in Campania, al Castellum Lucullanum, dopodiché scomparve dalle fonti.
Romolo Augusto nell'immaginario moderno
  • Lo scrittore italiano Valerio Massimo Manfredi ha scritto un romanzo basato sulla figura di Romolo Augusto, intitolato L'ultima legione, dal quale è stato tratto l'omonimo film. Nell'opera le vicende sono ampiamente romanzate rispetto ai fatti storici e la figura del sovrano e di chi gli ruota attorno vengono a coincidere con quelle di re Uther Pendragon, di Re Artù e di altri personaggi del Ciclo bretone, legandole quindi ad alcune leggende medievali.
  • Lo scrittore svizzero germanofono Friedrich Dürrenmatt ha scritto una commedia teatrale in quattro atti intitolata Romulus der GroßeRomolo il Grande»), che si distanzia molto dalla verità storica. Egli stesso la definisce «Una commedia storica che non si attiene alla storia in quattro atti».
  • Nei fumetti Marvel, Romolo Augusto viene esiliato nel sottosuolo dove, dopo aver scoperto la Fonte della Giovinezza, crea un suo impero sotterraneo, assumendo il nome di Tyrannus. Diverse volte, il despota entrerà in contrasto con vari supereroi, ma soprattutto con l'Uomo Talpa, altro celebre villain che comanda un impero sotterraneo.
L'ultima legione, edito in Italia nel 2002, è un romanzo storico dello scrittore modenese Valerio Massimo Manfredi. Ha venduto oltre 6 milioni di copie nel mondo.
Dal romanzo è stato parzialmente tratto un film omonimo nel 2007. 
L' ultima legione - Valerio Massimo Manfredi - copertina
Anno Domini 476. Nella pianura fra Pavia e Piacenza, una coltre di nebbia ricopre il paesaggio. Ad un tratto un'orda di cavalieri barbari emerge dalla foschia e si abbatte sul campo della Legio Nova Invicta, leggendario baluardo della romanità a difesa di Romolo Augustolo, un ragazzo di tredici anni, l'ultimo imperatore romano d'Occidente. Ma non tutti muoiono nel massacro. Dal campo risorge un gruppo di legionari che paiono immortali. A loro si aggiunge Livia Prisca, formidabile guerriera. La loro disperata missione è liberare Romolo Augustolo insieme a Meridius Ambrosinus, il suo enigmatico precettore, anche a costo della vita.

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