mercoledì 26 giugno 2019

Se dico #SenzaFRONTIERE cosa pensi? AUSTRALIA

Se dico #SenzaFRONTIERE cosa pensi?
AUSTRALIA
L'Australia "è ancora una terra, forse l'ultima del nostro tempo, dove è possibile lasciarsi tentare dal fascino del mito e dell'avventura…"

Geograficamente appartenente all'Oceania, l'Australia è compresa fra l'Oceano Indiano ad ovest, l'Oceano Pacifico ad est e l'Oceano Meridionale a sud, mentre i mari di Arafura e di Timor la separano a nord dal continente asiatico. Il tropico del Capricorno l'attraversa quasi centralmente, influenzandone in maniera determinante l'aspetto climatico.
 
Le grandi distese dell'Australia sono una meraviglia da vedere ed ammirare: un'incredibile varietà di paesaggi, dalle bizzarre formazioni rocciose nel cuore rosso dell'outback, alle foreste tropicali del Top End, alle bellezze incontaminate della Grande Barriera Corallina, alle selvagge e sperdute isole dell'Oceano Indiano a largo delle coste occidentali.
Ma l'Australia è anche la terra dove, perdendosi nei suoi spazi infiniti, si può ritrovare se stessi, confrontandosi con la natura e l'assoluto, la terra dove gli aborigeni nel loro continuo vagabondaggio lungo "Le Vie dei Canti" entrano in contatto con i loro Esseri Supremi, rievocando il "Tempo del Sogno"

Riccardo Bochicchio #EmozioniInMostra

Riccardo Bochicchio nasce a Napoli il 20.06.1971.
http://riccardobochicchio.it
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Dopo gli studi classici presso il liceo Umberto di Napoli, si iscrive all’università Federico II di Napoli.
Durante gli anni universitari frequenta anche l’Istituto Superiore di Graphic Design, conseguendo il diploma di laurea con il massimo dei voti. Coltiva ancora la sua passione in questo campo, frequentando a Milano l’Istituto Europeo di Design. Lavora poi a Torino nel campo della grafica editoriale, inoltre si specializza nella progettazione di copertine di dischi. Organizza a Napoli alcune mostre, tra cui quella di pittori armeni, presso Castel dell’Ovo e San Gregorio Armeno.
Muore a Napoli il 4 agosto 2017.
 
Il percorso espositivo nasce per rendere omaggio, attraverso le opere di quattordici artisti campani, al giovane Riccardo, scomparso tragicamente.
L'immagine può contenere: testo
2018
Spazio Martucci 56, Napoli
Organizzata dall’Associazione culturale INTENTART
a cura di Simona Pasquali
Artisti :
Giovanni Ariano - Alberto Bottillo - Candida Cardito
Mario Citro - Carmelo Compare - Guglielmo De Filippo
Gabriella Gorini - Paola Lambitelli - Liz Mimì
Rosario Mazzella - Viviana Pasquali - Amedeo Patanè
Giovanni Ruggiero - Adele Taglialatela
Emozioni in Mostra "L'Armenia incontra il Mondo"
è un progetto a cura dell’Ing. Giacomo C Tropeano,
c/Fondazione “The Armenian Fine Arts Foundation”

realizzazione in collaborazione con
Alba Lidia Tropeano
Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli,
con il patrocinio dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali,
dell’Ambasciata della Repubblica d’Armenia in Italia,
della Regione Campania.

Relazioni esterne, gestione eventi, marketing:
Blu Parthenope Eventi e Comunicazione
posta elettronica bluparthenopeeventi@gmail.com

mercoledì 19 giugno 2019

Seminare è un verbo che ha molti significati. “Semina d’artista” Giuseppe Rubicco

Il sole al Parco Santo Spirito e le incredibili sonorizzazioni del collettivo Agata hanno restituito respiro ad una cultura che è sembrata addirittura possibile, un inizio di rinascita che parte da questo progetto di Giuseppe Rubicco - patrocinato dall’assessorato alla Cultura – capace di aprirsi ai diversi modi di interagire con l’ambiente: dalla cultura anti-spreco, ai semi nella terra, passando per l’educazione dei giovani studenti, fino all’arte e alla fotografia
Seminare è un verbo che ha molti significati. Vuol dire spargere o interrare la semente, ma più genericamente ha il senso di diffondere, di gettare qua e là uno stimolo, una motivazione, una provocazione che sia capace di dar vita a qualcosa. Deve aver pensato ad entrambi il Maestro Giuseppe Rubicco quando, con tenacia e volontà, ha deciso di cominciare la sua “Semina d’artista” che coinvolge tutti in questa chiamata alle arti e alla tutela del nostro ecosistema.
Patrocinato dall’assessorato alla Cultura con l’intenzione di sensibilizzare al linguaggio dell’orto attraverso l’arte, il progetto si apre ai diversi modi e alle infinite possibilità di interagire con la natura, come ci spiega il Maestro Rubicco: «Nasce dall’idea di trasmettere ai ragazzi e alle ragazze, ma anche a tutti i cittadini, la cultura dell’anti-spreco e dell’opportunità di agire secondo i principi della sostenibilità ambientale. Si comincia proprio dalle scuole – primarie e secondarie, in collaborazione anche con l’Istituto Agrario – con una semina reale di grani antichi che consentirà ad ognuno di loro di prendersi cura della piantina. E poi ci sarà la semina di idee, un invito ad esprimere il proprio desiderio, a custodirlo in una bottiglia, aspettando un giorno di vederlo realizzato. L’invito è rivolto a tutte le persone, a tutti quelli che vivono la città e vorrebbero vederla migliore: si semina ad ottobre e si attende la primavera per il raccolto, in questo caso i frutti saranno quelli dell’impegno. Un altro momento sarà invece dedicato in modo particolare agli artisti, una chiamata alle arti per chi crede nella difesa dell’ambiente e vuole mettere a disposizione della causa la sua creatività interpretando quello che in dialetto è conosciuto come “chiantaturo”, l’arnese in legno a forma di L capovolta che serve per piantare. Ognuno può reinterpretarlo in base alla sua forma d’espressione, tutte le opere confluiranno poi in un’esposizione che avrà luogo il 7 dicembre».
Il sole al Parco Santo Spirito e le incredibili sonorizzazioni del collettivo Agata hanno restituito il valore di una semina di speranze culturali che è sembrata possibile, un inizio di rinascita che parte dalla terra, dall’educazione....

martedì 18 giugno 2019

Ti meriti un amore...che rispetti il tuo essere libera

Ti meriti un amore che ti ascolti quando canti,
che ti appoggi quando fai il ridicolo,
che rispetti il tuo essere libera,
che ti accompagni nel tuo volo,
che non abbia paura di cadere.
Ti meriti un amore che ti spazzi via le bugie,
che ti porti l’illusione,
il caffè
e la poesia.
Frida Kahlo
Risultati immagini per Ti meriti un amore che ti ascolti quando canti, 
‘Ti meriti un amore’ che molti attribuiscono a Frida Khalo, è in realtà di Estefania Mitre, giovane artista messicana (Traduzione di Milton Fernandez).
Mereces un amor que te quiera despeinada,
con todo y las razones que te levantan de prisa,
con todo y los demonios que no te dejan dormir.
Mereces un amor que te haga sentir segura
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Il dipinto Le due Frida realizzato nel 1939, 
 mostra un deciso passo avanti nello stile della pittrice. La Kahlo era ormai perfettamente padrona del mezzo espressivo, ma anche capace di staccarsi dalle influenze altrui per cercare una propria strada.
Le migliori opere di Frida Kahlo 
Il cervo ferito, che Frida Kahlo dipinse nel 1946. Noto anche come Il cerbiatto, appartiene alla collezione privata di Carolyn Farb, una filantropa e collezionista d’arte di Houston, in Texas.
Il soggetto è quello di un cervo colpito da ben nove frecce, cervo il cui volto è però sostituito da quello di Frida. La fonte di un dolore tanto forte, stavolta, non è però l’ennesima delusione amorosa. Nel 1946 l’artista si stava recando a New York per sottoporsi a una nuova operazione.
"Il cervo ferito", uno dei quadri più belli e famosi di Frida Kahlo 
Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón nasce il 6 luglio 1907 a Coyoacán (Messico) ed è la figlia di Wilhelm Kahlo, a cui è molto legata affettivamente, uomo semplice e simpatico, ebreo, amante della letteratura e della musica e pittore emigrato in Messico dall'Ungheria. Non è ricco e quindi esercita vari mestieri, tra cui il commesso in una libreria, con alterna fortuna, poi diventa un fotografo di talento e probabilmente ispira alla figlia Frida un certo modo di "inquadrare" l'immagine.
Appena giunge in Messico, Wilhelm Kahlo cambia il suo nome in Guillermo e dopo un primo matrimonio da cui resta vedovo si sposa nel 1898 con Calderon y Gonzales, figlia di una messicana e di un indios, nata a Oaxaca, antichissima città azteca. I due sposi hanno quattro figli e Frieda è la figlia più vivace e ribelle dei quattro.
Una volta adulta, cambierà il nome originario Frieda - nome assai usuale in Germania che discende dalla parola "Fried" e che significa "pace" - in Frida per contestare la politica nazista della Germania
Nickolas Muray, “Frida sulla panchina bianca” – New York, 1939
Risultati immagini per La prima importante mostra delle opere di Frida Kahlo in Europa si svolse nel 1939 
Sono nata con una rivoluzione. 
Diciamolo. È in quel fuoco che sono nata, 
 pronta all’impeto della rivolta fino al momento di vedere il giorno. 
Il giorno era cocente. Mi ha infiammato per il resto della mia vita. 
Da bambina, crepitavo. 
Da adulta, ero una fiamma.

Dentro la tela, tra le sue trame, vive la natura….. il progetto artistico del duo TTOZOI


Dentro la tela, tra le sue trame, vive la natura….. muffa: una Natura che grida, combatte ed emette suoni sordi che diventano cromie percepibili solo dopo la loro fine, che è stabilita irreversibilmente dall’artista. Un unico assolo di mera essenza naturale che si libera silente come il vento in una musica senza strumento. La tela funge da culla, emette battiti di sofferenza, sente la vita che la pervade ed invade, reagendo muta ed inerte. Quella stessa tela, fino ad oggi mero supporto, pretesto o concetto, diviene “parte”, complice, terra, Dio, di ciò che lo sguardo ignaro dell’osservatore percepirà come semplice “quadro”.
10 novembre 2017 Desirée Maida
Reggia di Caserta (dal 14 novembre 2017), il Parco Archeologico di Pompei (9 e 10 dicembre 2017) e il Colosseo a Roma (gennaio 2018).
Genius Loci, ecco il progetto artistico del duo TTOZOI 
pensato per i siti Unesco italiani
IL LEGAME TRA ARTE E NATURA
TTozoi, Senza Titolo, cm 90X90, tecnica mista su tela di juta e muffa, 2014
Partirà il prossimo 14 novembre presso la Reggia di Caserta la serie di interventi site specific che indagherà il rapporto tra arte contemporanea e il “genius” dei luoghi storici. Attraverso una tecnica d’eccezione: la proliferazione delle muffe sulla juta.
È un’indagine sulla natura dei luoghi storici condotta attraverso la peculiarità dei linguaggi dell’arte contemporanea Genius Loci, il progetto realizzato dal duo di artisti TTOZOI, curato da Gianluca Marziani e patrocinato dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo che si svilupperà in più tappe, coinvolgendo, nell’ordine, la Reggia di Caserta (dal 14 novembre), il Parco Archeologico di Pompei (9 e 10 dicembre) e il Colosseo a Roma (gennaio 2018).
Genius Loci, ideato da Stefano Forgione (Avellino, 1969) e Giuseppe Rossi (Napoli, 1972) del duo TTOZOI, nasce dall’idea di realizzare opere d’arte direttamente in luoghi storici prescelti, attraverso la tecnica della proliferazione naturale di muffe su juta, con interventi pittorici successivi. In che modo quindi si innesca il rapporto tra l’opera d’arte e il luogo prescelto per la sua creazione? Proponendo in chiave contemporanea una rilettura delle opere che anticamente venivano realizzate “su commissione” per cattedrali e palazzi nobiliari – una sorta di opere site specific ante litteram – Forgione e Rossi realizzano i loro lavori “sul posto”: il processo naturale delle muffe, utilizzato come medium artistico, risulta fortemente influenzato dalle caratteristiche microclimatiche del luogo di esecuzione. Le opere, così, riescono a “catturare” l’anima del luogo, trasferendo sulla tela la memoria del sito, il geniusche in esso è custodito.
“La muffa diventa puro codice linguistico, un applicativo biologico che conduce la pittura al punto limite delle sue possibili mutazioni”, spiega il curatore Gianluca MarzianiLa grammatica dei TTOZOI rigenera i modelli archetipici di Calzolari e Penone, riportando l’orbita iconografica nei perimetri evolutivi del quadro. L’azione naturale non si disperde ma avviene su superfici circoscritte, sotto il controllo dello spazio d’azione. Un evento tra casualità e controllo che radicalizza il legame tra Arte e Natura, rendendo la biologia un fenomeno elaborativo e partecipativo. Una dialettica viva che porta il fattore creativo nel cuore pulsante del ciclo naturale”. Dall’1 al 31 luglio 2018 è prevista una mostra personale del duo all’interno della Reggia di Caserta. Una seconda mostra si terrà, infine, in una sede museale capitolina, dove saranno esposte le opere realizzate alla Reggia, al Parco Archeologico di Pompei e al Colosseo.


TTOZOI_Biografia
Stefano Forgione (Avellino, 1969) e Giuseppe Rossi (Napoli, 1972) sono il duo artistico operante con lo pseudonimo TTOZOI dal 2010, anno della personale a Napoli presso Castel Dell’Ovo (a cura di Luca Beatrice).
Stefano (Laurea in Architettura) e Giuseppe (Laurea in Economia) sono entrambi autodidatti. Fin dall’adolescenza sperimentano varie tecniche artistiche (carboncino, china, acquerello, acrilico, olio, spray, collage…) e si avvicinano alla Storia dell’Arte di matrice Informale, assecondando la loro vocazione estetica e concettuale. Nel dicembre 2006 sarà la comune passione per l’Informale a riavvicinare i due, dopo anni vissuti in varie città d’Italia. Al centro del loro confronto c’è la consapevolezza che “l’Arte sia sempre stata Contemporanea” e che “l’Artista non può operare prescindendo dal passato”: da qui l’elaborazione di un progetto – basato su “concetto” e “forma”, “tempo” e “materia” – che sta diventano portavoce di una piccola rivoluzione nel campo sperimentale della pittura. TTOZOI è artefice del cosiddetto “vuoto d’intervento”, una vera e propria attesa, successiva all’azione simultanea a quattro mani sulla tela.

TTOZOI_Le mostre

2016
Roma, Palazzo della Cultura, Anima Loci
Avellino, Cripta Cattedrale di Avellino, Anima Loci
Reims, Galerie 3W, Wine Cube
Tokyo, Metropolitan Art Museum a cura di ART1307
Parigi, Galerie ArtCube, Wine Cube

2015
Venezia, Fondazione Giorgio Cini, Imago Mundi
Como, Terme Romane di Como, Thesaurus
Mezzago, Biblioteca Civica, Terra
Los Angeles, Loft at Liz's, Palate to Palette
Torino, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Imago Mundi
Bologna, Set Up Art Fair
Milano, Affordable Art Fair
Torino, Raffaella De Chirico Arte Contemporanea, Sex on canvas. Molds

2014
Padova, Arte Fiera, Tedofra Art Gallery
Bologna, Tedofra Art Gallery, Memoria
Ortigia (SR), Zak Project Space, Geografie, a cura di Gaia Pasi e Marina Gennari
Europa, Imago_Mundi, Luciano Benetton Collection
Milano, Step Art Fair, Raffaella De Chirico Arte Contemporanea
Bologna, Tedofra Art Gallery, Incipit
Bruxelles, OFF CONTEMPORARY Art Fair, Raffaella De Chirico Arte Contemporanea
Siena, Zak Project Space, (R)Evolution
Los Angeles, ART 1307 @ Stixty 29 Contemporary, Breaking the Molds: TTOZOI IN EVOLUTION, a cura di Peter Frank
Bologna, ArteFiera, Zak Project Space

2013
Torino, Raffaella De Chirico Arte Contemporanea, MATER
Siena, Galleria Zak, In Natura
Milano, Avista Show Room, “ARTE E MODA: TTOZOI // LAMBERTO PETRI”, presentazione collezione abiti con muffe, settimana della moda
San Potito Ultra (AV), Museo del Lavoro, Moulds, a cura del Professor F. D'Oria
Los Angeles, ART 1307 @ - SIXTY29 CONTEMPORARY, E.K V A. & ITALIAN ART NOW, a cura di Cynthia Penna
Avellino, Teatro C. Geaualdo, E il settimono giorno...si riposò, a cura di E. Emblema
Torino, Raffaella De Chirico Arte Contemporanea, To Be Continued...(mostra collettiva)

2012
Berlino, W. Bischiff Gallery, Schimmel auf Leinwand (muffe su tela), a cura di C. LIO - I.A.V.
Brescia, Galleria Delle Battaglie, Gli elefanti non sanno saltare
Torino, 54 Biennale di Venezia, Torino Esposizioni - Sala Nervi
Karlsruhe, Art Karlsruhe Fair, Walter Bischoff Gallery
Corio, Regione Piemonte, Ottavo Premio Internazionale di Scultura
Verbania, Lakeside Gallery, Culture_muffe su tela, a cura di Neil Davenport
Torino, Raffaella De Chirico Arte Contemporanea, Germination
Verona, Galleria Melepere, Al quarto giorno non si risorge, a cura di P. Silingardi, concept S. Rovatti
Catania, Catania Art Gallery, Altrove: luogo o poesia, a cura di Beatrice Buscaroli
Avellino, Teatro C. Gesualdo, Arte in Scena
Santa Monica, Art Platform Fair, ART 1307, segnalati tra i 10 artisti top
Los Angeles, ART 1307 @ L.A. ARTCORE, Molds on canvas, a cura di Cynthia Penna
Los Angeles, ART 1307 @ Istituto Italiano di Cultura, Molds on canvas, a cura di Cynthia Penna e Alberto Di Mauro

2011
Vicenza, Yvonne Arte Contemporanea, Con un minimo gesto agitiamo il mondo
Napoli, ART 1307 @ Villa di Donato, L'estetica delle muffe, a cura di Cynthia Penna
Torino, Raffaella De Chirico Arte Contemporanea, MEET(ART)MORPHOSI
Vicenza, Yvonne Arte Contemporanea, Elogio della pausa, a cura di E. Emblema
Arona, Spazio Moderno, La percezione del vuoto, a cura di Silvia Ceffa
Avellino, Complesso Carcere Borbonico, Muffa & Arte
Napoli, Daphne Museum - Castel Nuovo, Grande Napoli Arte, a cura di L. Di Vaia

2010
Napoli, Castel Dell'Ovo, Muffe su tela, a cura del Professor Luca Beatrice
Positano (NA), Franco Senesi Fine Art Gallery, Tremble
Terzigno, Museo Salvatore Emblema, Luce.Trame.Vita., a cura di E. Emblema
San Giorgio a Cremano, Villa Bruni, Sulle tracce di Luca Giordano
Avellino, Palazzo della Prefettura - Circolo della Stampa, Le Muffe

lunedì 17 giugno 2019

Storia di re Artù e dei suoi cavalieri, Thomas Malory

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Gli struggenti amori di Lancillotto e Ginevra e di Tristano e Isotta, gli incantesimi di Merlino e della fata Morgana in un romanzo del 1485, tratto dal celebre ciclo bretone sui cavalieri della Tavola rotonda.
Autore: Thomas Malory
anno di Pubblicazione: 1485
All’interno del libro vengono narrate vari eventi riguardanti Artù e i cavalieri della tavola rotonda
Artù è un re con molto autocontrollo, in poche occasioni si riesce a far sopraffare dalla gravità delle situazioni in cui va incontro.
A volte però si rivela un po’ ingenuo e facilmente influenzabile sopratutto nell’ultima  parte del libro in cui Galvano prende molte decisioni al posto del re grazie proprio a questo aspetto di Artù.
Inoltre vediamo un re molto sensibile, legato ai propri cari, e sopratutto ai cavaliere della tavola rotonda che considera come la sua famiglia.
Genere: Romanzo storico\cavalleresco
Editore: Mondadori
Collana: Oscar classici
Anno edizione: 1985
Formato: Tascabile
In commercio dal: 18 maggio 2017
Pagine: XXVI-881 p.
EAN: 9788804681380
Storia di re Artù e dei suoi cavalieri - Thomas Malory - copertina
Al tempo della Guerra delle Due Rose, ser Thomas Malory, riandando con la memoria al regno di un mitico sovrano e all'epoca ormai lontana dei grandi ideali cavallereschi, scriveva in carcere la "Storia di Re Artù e dei suoi cavalieri", otto romanzi tratti dal più celebre ciclo di leggende medievali. Rivivono così la mitica spada Excalibur infitta nella roccia, gli incantesimi di Merlino e di Morgana la Fata, gli amori di Lancillotto e Ginevra e di Tristano e Isotta, la ricerca del Sangrail. Vicende di onore e passione, scontri feroci e incantesimi potenti, lotte e ricerche infinite per la conquista del potere, della gloria, dell'amore. Il fascino delle antiche saghe si unisce con il ritmo rapinoso e la prosa tersa del primo romanzo moderno d'avventura. 

Romolo Augustolo, in esilio nel Castellum Lucullanum, dove ora sorge Castel dell’Ovo, a Napoli.

Romolo Augustolo 

L’imperatore d’oriente Leone pose sul trono d’occidente un suo lontano parente, Giulio Nepote, nel 474, ma non riuscì a fermare la secessione da parte dei barbari di Spagna e Gallia. Alla fine, quando nel 475 venne deposto da Flavio Oreste, suo magister militum, per dare la porpora al figlio Romolo, Leone non riconobbe il nuovo imperatore, ma non fece neanche nulla per Nepote, rivelatosi incapace di gestire la situazione.
Il nuovo imperatore aveva all’incirca tredici anni quando assunse la porpora il 31 ottobre del 475 e prese il soprannome ironico di Augustolo (piccolo Augusto). Nel frattempo Giulio Nepote, dopo che il 28 ottobre Oreste era entrato a Ravenna, si rifugiava in Dalmazia, dove suo zio era stato governatore e aveva molti contatti. Sarebbe poi morto lì nel 480.
Di fatto il potere era retto dal padre Oreste, nativo della Pannonia, che che aveva prestato inizialmente servizio sotto Attila. Il senato tuttavia non riconobbe mai il nuovo imperatore, né lo fece l’imperatore d’oriente Zenone. Ma neanche un anno dopo le truppe barbare, sotto il comando di Odoacre, chiesero terre in Italia, così come era accaduto in Gallia un paio d’anni prima.
Al rifiuto di Oreste, Odoacre si ribellò, e lo assediò a Ticinum (Pavia), uccidendolo poi nei pressi di Piacenza. Entrato poi a Ravenna, Romolo si arrese. Pare che Odoacre, ammirando la sua “giovinezza e bellezza”, gli salvò la vita, dandogli una rendita di 6.000 solidi l’anno e mandandolo in esilio nel Castellum Lucullanum, dove ora sorge Castel dell’Ovo, a Napoli. Si era conclusa la storia dell’impero romano d’occidente.
Flavio Romolo Augusto, noto anche col diminutivo di Augustolo, cioè Piccolo Augusto (in latino: Flavius Romulus Augustus; 461 circa – dopo il 511), è considerato tradizionalmente l'ultimo imperatore romano d'Occidente (31 ottobre 475 - 4 settembre 476), in quanto dopo la sua deposizione a opera del generale barbaro Odoacre re degli Eruli non fu nominato alcun nuovo imperatore. La sua deposizione segna convenzionalmente la fine dell'Impero romano d'Occidente e l'inizio del Medioevo. Giuridicamente però non ottenne nessun riconoscimento da Costantinopoli.
Le fonti storiche danno pochi dettagli sulla sua vita. Fu messo sul soglio imperiale dal padre Flavio Oreste, magister militum dell'esercito romano dopo la deposizione del precedente imperatore, Giulio Nepote. Poco più che un bambino, Romolo fu di fatto un fantoccio nelle mani del padre. Regnò solo per dieci mesi. Fu spedito da Odoacre in Campania, al Castellum Lucullanum, dopodiché scomparve dalle fonti.
Romolo Augusto nell'immaginario moderno
  • Lo scrittore italiano Valerio Massimo Manfredi ha scritto un romanzo basato sulla figura di Romolo Augusto, intitolato L'ultima legione, dal quale è stato tratto l'omonimo film. Nell'opera le vicende sono ampiamente romanzate rispetto ai fatti storici e la figura del sovrano e di chi gli ruota attorno vengono a coincidere con quelle di re Uther Pendragon, di Re Artù e di altri personaggi del Ciclo bretone, legandole quindi ad alcune leggende medievali.
  • Lo scrittore svizzero germanofono Friedrich Dürrenmatt ha scritto una commedia teatrale in quattro atti intitolata Romulus der GroßeRomolo il Grande»), che si distanzia molto dalla verità storica. Egli stesso la definisce «Una commedia storica che non si attiene alla storia in quattro atti».
  • Nei fumetti Marvel, Romolo Augusto viene esiliato nel sottosuolo dove, dopo aver scoperto la Fonte della Giovinezza, crea un suo impero sotterraneo, assumendo il nome di Tyrannus. Diverse volte, il despota entrerà in contrasto con vari supereroi, ma soprattutto con l'Uomo Talpa, altro celebre villain che comanda un impero sotterraneo.
L'ultima legione, edito in Italia nel 2002, è un romanzo storico dello scrittore modenese Valerio Massimo Manfredi. Ha venduto oltre 6 milioni di copie nel mondo.
Dal romanzo è stato parzialmente tratto un film omonimo nel 2007. 
L' ultima legione - Valerio Massimo Manfredi - copertina
Anno Domini 476. Nella pianura fra Pavia e Piacenza, una coltre di nebbia ricopre il paesaggio. Ad un tratto un'orda di cavalieri barbari emerge dalla foschia e si abbatte sul campo della Legio Nova Invicta, leggendario baluardo della romanità a difesa di Romolo Augustolo, un ragazzo di tredici anni, l'ultimo imperatore romano d'Occidente. Ma non tutti muoiono nel massacro. Dal campo risorge un gruppo di legionari che paiono immortali. A loro si aggiunge Livia Prisca, formidabile guerriera. La loro disperata missione è liberare Romolo Augustolo insieme a Meridius Ambrosinus, il suo enigmatico precettore, anche a costo della vita.

sabato 15 giugno 2019

2010 Castel dell'Ovo - Mostra internazionale di arte contemporanea Armeni #Memoria

Mostra Internazionale d'arte contemporanea: ARMENI 
Luogo: Castel dell'Ovo - Napoli
2010
CASTEL DELL'OVO
11 - 28 settembre 2010
dalle ore 10.00 alle 12.30 / dalle 16.00 alle 19.00 nei giorni feriali
dalle ore 10.00 alle 12.30 nei giorni festivi
Ingresso libero
L'Ambasciata della Repubblica d'Armenia in Italia, 
il Comune di Napoli, 
l'Associazione Artisti Armeni, 
l'Associazione Arte & Progress con il patrocinio 
del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, 
del Ministero per l'Attuazione del Programma di Governo 
e della Regione Campania, 
presentano nelle sale espositive di Castel dell'Ovo 
la Mostra internazionale d'arte contemporanea ARMENI 
che sarà inaugurata sabato 11 settembre 2010 alle ore 17.00. 
Un progetto espositivo di artisti armeni attualmente quasi tutti in diaspora, ma che tuttavia mantengono rapporti culturali con la loro terra di origine.
L'obiettivo primario è quello di rafforzare il legame che unisce personalità artistiche che si sono affermate in varie nazioni europee e non, con quelle che rimaste in patria elaborano attività di ricerca nel campo dell'espressione artistica contemporanea con uno sguardo rivolto verso l'estero.
È giusto che un tale patrimonio culturale non rimanga chiuso nell'ambito associativo ma che abbia una conoscenza più ampia attraverso occasioni di confronto con altre identità culturali. In tale ottica la mostra prevede la realizzazione di eventi espositivi in varie città italiane e all'estero che saranno così occasione di dialogo sul 'fare arte' tra gli artisti armeni e gli altri che operano nei luoghi in cui si terranno tali eventi.
Il 'varo' di questa operazione culturale è pensato a Napoli, dove si trova la chiesa di San Gregorio Armeno, riferimento identitario della comunità armena. Le origini del santo e la sua storia nella tradizione cristiana di fatto motivano ampiamente tale scelta anche in termini di orgoglio di appartenenza alla nazionalità comune, nonché per il legame spirituale con i luoghi in cui la religione cristiana ha avuto una grande diffusione ed un importante sviluppo: l'Italia.
Le mostre che saranno realizzate in Italia avvicineranno realtà e culture geograficamente lontane, ma con assonanze ed elementi identitari in cui possono riconoscersi ambedue le nazionalità. Le opere esposte denunciano esperienze di sperimentazione artistica che testimoniano il travaglio di una cultura 'in fermento', dopo i fatti politici del secolo scorso; una cultura che vuole fare i conti con la propria storia in relazione alla storia dei Paesi occidentali.
Tutto questo sarà evidenziato nell'allestimento espositivo che creerà una forma di immersione nella cultura armena attraverso opere d'arte che avranno come 'cornice' oggetti di uso comune, musiche e testimonianze armene.

lunedì 10 giugno 2019

Il castel dell'Ovo è il castello più antico della città di Napoli

Il castel dell'Ovo (castrum Ovi, in latino), è il castello più antico della città di Napoli ed è uno degli elementi che spiccano maggiormente nel celebre panorama del golfo. 
Si trova tra i quartieri di San Ferdinando e Chiaia,
di fronte a via Partenope.
A causa di diversi eventi che hanno in parte distrutto l'originario aspetto normanno e grazie ai successivi lavori di ricostruzione avvenuti durante il periodo angioino ed aragonese, la linea architettonica del castello mutò drasticamente fino a giungere allo stato in cui si presenta oggi.
Il suo nome deriva da un'antica leggenda secondo la quale il poeta latino Virgilio nascose nelle segrete dell'edificio un uovo che mantenesse in piedi l'intera fortezza. La sua rottura avrebbe provocato non solo il crollo del castello, ma anche una serie di rovinose catastrofi alla città di Napoli.
Durante il XIV secolo, al tempo di Giovanna I, il castello subì ingenti danni a causa del crollo parziale dell'arco sul quale è poggiato e, per evitare che tra la popolazione si diffondesse il panico per le presunte future catastrofi che avrebbero colpito la città, la regina dovette giurare di aver sostituito l'uovo
Durante il regno dei Viceré spagnoli e successivamente dei Borbone il castello fu fortificato ancor più con batterie e due ponti levatoi. La struttura perse completamente la funzione di residenza reale e dal XVIII secolo anche il titolo di "fabbrica reale", e venne adibito ad accantonamento ed avamposto militare - dal quale gli spagnoli bombardarono la città durante i moti di Masaniello - e a prigione, dove fu recluso fra gli altri il filosofo Tommaso Campanella prima di essere condannato a morte, e più tardi alcuni giacobini, carbonari e liberali fra cui Carlo Poerio, Luigi Settembrini, Francesco De Sanctis.
Durante il periodo del cosiddetto "Risanamento", che cambiò il volto di Napoli dopo l'Unità d'Italia, un progetto elaborato dall'Associazione degli scienziati letterati e artisti nel 1871 prevedeva l'abbattimento del castello per far posto ad un nuovo rione. Tuttavia quel progetto non fu attuato e l'edificio rimase in possesso del demanio e praticamente in stato di abbandono, fino all'inizio dei restauri nel 1975.
Oggi è annesso allo storico rione di Santa Lucia ed è visitabile. 
Nelle grandi sale si svolgono mostre, convegni e manifestazioni. Alla sua base sorge il porticciolo turistico del "Borgo Marinari", animato da ristoranti e bar, sede storica di alcuni tra i più prestigiosi circoli nautici napoletani.https://it.wikipedia.org/wiki/Castel_dell%27Ovo
 

domenica 9 giugno 2019

Emozioni in Mostra "L'Armenia incontra il Mondo"

Progetto a cura dell’Ing. Giacomo Carlo Tropeano,
c/Fondazione “The Armenian Fine Arts Foundation” 
realizzazione in collaborazione con
Alba Lidia Tropeano
Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli,
con il patrocinio dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, 
dell’Ambasciata della Repubblica d’Armenia in Italia,
della Regione Campania.

Il Ministero della Cultura compie 50 anni

Grazie alla pervicace volontà di Giovanni Spadolini, cinquant'anni fa, il #14dicembre 1974, nasceva l’allora Ministero per i beni cultu...