Clara Garesio, Pensieri di-versi - 2010 |
Clara Garesio nasce a Torino e qui principia il proprio percorso formativo alla Civica Scuola d’Arte Ceramica, sotto la guida di W. Corallini.
Incoraggiata dai brillanti risultati prosegue gli studi presso la scuola più accreditata del settore, l’Istituto Statale d’Arte per la Ceramica G. Ballardini di Faenza. Tra i suoi maestri i nomi illustri dell’arte, della tecnologia e della storiografia ceramica: tra cui A. Bucci, A. Biancini, G. Liverani, T. Emiliani. La scuola è in questi anni (1952-57) una vera e propria fucina di artisti, molti dei quali saranno riconosciuti come protagonisti della ceramica del Novecento (lo svedese H. Hedberg, il francese A. Diato e gli italiani N. Valentini, P. Spagnulo, G. Gaeta, A. Leoni, I. Sassi): parecchie anche le ragazze, molte delle quali prenderanno la via dell’insegnamento o dell’artigianato.
Terminato il Magistero nel 1957, rientra a Torino, dove lavora col ceramista Cerrato e poi alla VI.BI. Nello stesso anno avvia l’insegnamento presso l’Istituto Statale d’Arte G. Manuppella di Isernia, diretto dal ceramista G. Saturni.
Nel 1962 giunge a Napoli, rientrando in una rosa scelta di docenti chiamati da più parti d’Italia per avviare l’Istituto Professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato della Porcellana G. Caselli, diretto dal ceramista G. Baitello e nato con la vocazione di dare nuovo impulso all’antica tradizione alto-artigianale. Ha inizio così una nuova stagione creativa che ha il proprio focus nella riscoperta della porcellana e nel confronto con la gloriosa produzione di Capodimonte. Come già a Isernia, arte e progettazione sono integrate alla didattica, anche in ragione delle collaborazioni dell’istituto con aziende di settore e della regolare partecipazione a concorsi e mostre nazionali, come la Mostra d’Oltremare di Napoli e la Mostra dell’Artigianato di Firenze, dove nel 1966 un suo servizio da caffè vince il Primo Premio.
Sulla scia di una naturale sensibilità per le tracce materiali della memoria sviluppa il filone degli assemblages: composizioni di elementi tratti dalla realtà quotidiana, generalmente materiali di scarto di lavorazioni oppure reperti di esistenze altrui acquistati nei mercatini, ai quali regala “una seconda vita”. Questa ricerca coinvolge diverse materie, dalla ceramica al legno, alle materie plastiche, ai tessuti, agli ornamenti in metallo e gemm. Ne nascono oggetti d’uso o di decorazione, come complementi d’arredo, accessori e bijoux, oppure opere a sola funzione estetica, come una serie di scarabattole d’ispirazione devozionale (una acquisita al MIAAO di Torino).
Sulla scia di una naturale sensibilità per le tracce materiali della memoria sviluppa il filone degli assemblages: composizioni di elementi tratti dalla realtà quotidiana, generalmente materiali di scarto di lavorazioni oppure reperti di esistenze altrui acquistati nei mercatini, ai quali regala “una seconda vita”. Questa ricerca coinvolge diverse materie, dalla ceramica al legno, alle materie plastiche, ai tessuti, agli ornamenti in metallo e gemm. Ne nascono oggetti d’uso o di decorazione, come complementi d’arredo, accessori e bijoux, oppure opere a sola funzione estetica, come una serie di scarabattole d’ispirazione devozionale (una acquisita al MIAAO di Torino).
Negli anni Duemila comincia il confronto col pubblico attraverso l’attività espositiva, che le vale l’interesse e il riconoscimento della critica.
Nel 2005 è insignita del 1° Premio Internazionale Terra di Piemonte e celebrata con una sala al Museo della Ceramica di Castellamonte nella 45° Mostra d’Arte Ceramica; nello stesso anno le sue opere fanno ingresso al MIAAO di Torino; nel 2006 le viene assegnato il Premio-Mostra alla Carriera Viaggio attraverso la ceramica del Museo Artistico Industriale M. Cargaleiro di Vietri sul Mare. Seguono partecipazioni a rassegne di respiro nazionale e mostre personali, tra le quali quelle alla galleria Terre d’Arte di Torino, a Villa Rufolo a Ravello, a San Salvatore de’Fondaco a Salerno, al Museo della Ceramica di Villa Guariglia di Vietri sul Mare e al Museo Duca di Martina di Napoli, quest’ultima accompagnata da una monografia curata da F. Bertoni.
Intanto, nel 2010 il MIC di Faenza assimila alle proprie collezioni la sua Blue Mandala; altre sue creazioni confluiscono in varie istituzioni museali, tra cui: Museo Duca di Martina di Napoli, Museo della Ceramica di Villa Guariglia di Vietri sul Mare, Museo d’Arte Ceramica di Ascoli Piceno, Museo della Ceramica Castello Episcopio di Grottaglie, Museo della Ceramica di Castellamonte, Museo Città Creativa di Ogliara Salerno, Raccolta Internazionale d’Arte Ceramica Contemporanea di Castelli, Museo d’ARte CONtemporanea di Cerreto Sannita, Museo M. Cargaleiro di Castelo Branco (Portogallo).
Nel 2013 l’Unione Europea acquisisce il suo grande lavoro In Women’s Hands, donato all’ONU e installato nel Palais des Nations di Ginevra, e l’opera Imagining In Women’s Hands (sede SEAE di Bruxelles). Della sua arte si interessano, tra gli altri: E. Alamaro, F. Bertoni, E. Biffi Gentili, A. Cilento, A. Pansera, G. Zampino.
Sarà presente a Emozioni in Mostra "L'Armenia incontra il Mondo" con
Imagining "In wome's hands",
terracotta dipinta a smalti su supporto ligneo, diam. 60 cm, 2012
Si tratta dell'opera realizzata come bozzetto
del monumento In wome's hands che si trova
oggi al Palazzo delle Nazioni Unite di Ginevra (dono della CEE all'ONU)
e penso che possa ben rappresentare l'emozione: amore.
Esposizione Internazionale:
Pittura, Scultura, Proiezioni Multimediali,
Percorsi Fotografici e Installazioni Sensoriali.
INGRESSO GRATUITO
Progetto a cura dell’Ing. Giacomo C Tropeano
c/Fondazione “The Armenian Fine Arts Foundation”
e di Alba Lidia Tropeano
realizzato in collaborazione con
realizzato in collaborazione con
Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli,
con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali,
dell’Ambasciata della Repubblica d’Armenia in Italia,
della Regione Campania.
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